Risuona ancora nella mia memoria il
grido accorato del Papa Paolo VI “Con la guerra tutto è perduto,
con la pace tutto è salvo”. La guerra infatti è il peccato più
grande dell’umanità.
Volere la morte dell’altro, che se
riflettiamo è il fratello di tutti, significa in definitiva darsi la
morte con le proprie mani, sappiamo anche che la terra che oggi i
popoli abitano non è di loro proprietà ma la spartizione pacifica
di quel diritto primordiale di abitare una terra.
Vivere nella pace
nella propria terra è allora la condizione essenziale per poter
godere della terra…
Non dobbiamo mai dimenticare che è in qualche
modo la nostra madre, il primo uomo Adamo è il fatto di terra,
quella terra che secondo la Bibbia ha avuto Dio fra le mani e alla
quale ha infuso il suo spirito di vita. La madre che un giorno ci
riabbraccerà tornati in polvere fino al giorno del risveglio finale
e del Giudizio Universale, per entrare nella vita senza fine o nella
disgrazia di una morte eterna.
La nostra fede ci illumina verso quel
traguardo finale perché possiamo guadagnarci il premio della nostra
fatica nella vita presente operando con Giustizia e Amore verso
tutti i fratelli così da meritarne il premio.
Bando all’ora
all’odio e ad ogni altra guerra o contesa che mira alla
eliminazione del fratello perché lo spirito di Caino non predomini
in noi, ma sappiamo riconoscere in tutti quel diritto ad una
esistenza pacifica così come giustamente la pretendiamo per noi.
Auspichiamo un mondo di pace per tutti, accogliamo il fratello
migrante spesso scacciato dalla sua terra, facciamo posto a tutti i
profughi che domandano asilo, ricordandoci che alle prime origini del
nostro popolo vi sono state, quasi le stesse condizioni per
stabilirsi in questa nostra, dico ora nostra amata terra italiana.
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