sabato 25 marzo 2017

AL DI SOPRA DI TUTTO LA PACE

Risuona ancora nella mia memoria il grido accorato del Papa Paolo VICon la guerra tutto è perduto, con la pace tutto è salvo”. La guerra infatti è il peccato più grande dell’umanità.

Volere la morte dell’altro, che se riflettiamo è il fratello di tutti, significa in definitiva darsi la morte con le proprie mani, sappiamo anche che la terra che oggi i popoli abitano non è di loro proprietà ma la spartizione pacifica di quel diritto primordiale di abitare una terra.

Vivere nella pace nella propria terra è allora la condizione essenziale per poter godere della terra…

Non dobbiamo mai dimenticare che è in qualche modo la nostra madre, il primo uomo Adamo è il fatto di terra, quella terra che secondo la Bibbia ha avuto Dio fra le mani e alla quale ha infuso il suo spirito di vita. La madre che un giorno ci riabbraccerà tornati in polvere fino al giorno del risveglio finale e del Giudizio Universale, per entrare nella vita senza fine o nella disgrazia di una morte eterna.

La nostra fede ci illumina verso quel traguardo finale perché possiamo guadagnarci il premio della nostra fatica nella vita presente operando con Giustizia e Amore verso tutti i fratelli così da meritarne il premio.

Bando all’ora all’odio e ad ogni altra guerra o contesa che mira alla eliminazione del fratello perché lo spirito di Caino non predomini in noi, ma sappiamo riconoscere in tutti quel diritto ad una esistenza pacifica così come giustamente la pretendiamo per noi.

Auspichiamo un mondo di pace per tutti, accogliamo il fratello migrante spesso scacciato dalla sua terra, facciamo posto a tutti i profughi che domandano asilo, ricordandoci che alle prime origini del nostro popolo vi sono state, quasi le stesse condizioni per stabilirsi in questa nostra, dico ora nostra amata terra italiana.


Scritto da Ottaviano Maurizi - Pubblicato sul numero 3 del 2017 nel "Il Corace"

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