Blue Whale è un
gioco che uccide chi decide di farlo divenire il centro del proprio
mondo e condurlo fino alla fine: è un horror game che ha portato al
suicidio più di 130 adolescenti finora in Russia.
La verità è che
definirlo gioco è la cosa più sbagliata che possa esistere: nello
specifico si tratta di una serie di sfide dalla durata complessiva di
50 giorni che spingono il partecipante ad affrontare diverse prove
dimostrando di averle condotte: tra di esse vi è il guardare film
dell’orrore per un’intera giornata, disegnarsi una balena blu con
un coltello sul corpo, svegliarsi alle 4 del mattino. Come
anticipato, il tutto si conclude al 50° giorno con quella che è una
provocazione ma che si sta rivelando un mezzo di istigazione al
suicidio efficace: “trova l’edificio più alto e salta”.
Lo
spirito del “gioco” è chiaro e non è un mistero che Blue Whale
venga accompagnato in rete da slogan nichilisti del tipo “questo
mondo non è per noi“, oppure “siamo figli di una generazione
morta“.
Le forze dell’ordine russe, paese dove purtroppo questo
fenomeno è considerabile virale, hanno scoperto che molti ragazzi
suicidatisi hanno spesso lasciato messaggi “strani” sui social.
Sono in particolare i ragazzi più giovani ad essere caduti nella
rete costruita dal 21enne Budeikin Phillip, accusato di avere creato
il “gioco” e attualmente in carcere per aver spinto al suicidio
con lo stesso 15 ragazzi.
L’orripilante segreto di Blue Whale è
tutto nel controllo e nel plagio che attua nei confronti degli
adolescenti, notoriamente in una fase di cambiamento ormonale e
mentale che porta a vivere tutto in una colorazione più intensa: i
sentimenti che gli stessi provano sono più forti e meno razionali di
quelli che qualsiasi altra persona di maggiore età o con più
esperienza sperimenterebbe.
Spesso molti si sentono senza “direzione”
e la balena blu, con i suoi ordini e con le sue sfide, mette i
ragazzi in competizione con se stessi e con il mondo, dando loro uno
scopo e qualcosa alla quale aggrapparsi, addirittura affetto.
Nella
maggior parte dei casi, giochi dell’horror come questi riescono a
far presa sulla bassa autostima che gli adolescenti hanno, regalando
loro un perverso senso di controllo: essi pensano di averlo in mano
seguendo le sfide che vengono loro proposte. In realtà è la sfida
che controlla loro e che dà senso di potere a chi l’ha ideata.
Combattere Blue Whale deve essere un’opera di concerto tra le forze
dell’ordine che devono agire nel tentativo di oscurare i siti o i
forum nei quali il gioco viene pubblicizzato e i genitori degli
adolescenti chiamati a notare comportamenti strani ed agire di
conseguenza tentando di dialogare con i propri figli e gli
adolescenti stessi.
Ma non solo devono denunciare la presenza di
questa challenge quando la incontrano e le minacce ricevute dai
“coordinatori” del gioco, ma devono comprendere per primi e far
capire ad eventuali amici che il gioco della morte porta
semplicemente a non vivere la vita e a gettare alle ortiche quello
che potrebbe essere un luminoso e felice futuro.
Nessun commento:
Posta un commento