domenica 30 aprile 2017

IL GIOCO DEI GIOVANI

Blue Whale è un gioco che uccide chi decide di farlo divenire il centro del proprio mondo e condurlo fino alla fine: è un horror game che ha portato al suicidio più di 130 adolescenti finora in Russia.

La verità è che definirlo gioco è la cosa più sbagliata che possa esistere: nello specifico si tratta di una serie di sfide dalla durata complessiva di 50 giorni che spingono il partecipante ad affrontare diverse prove dimostrando di averle condotte: tra di esse vi è il guardare film dell’orrore per un’intera giornata, disegnarsi una balena blu con un coltello sul corpo, svegliarsi alle 4 del mattino. Come anticipato, il tutto si conclude al 50° giorno con quella che è una provocazione ma che si sta rivelando un mezzo di istigazione al suicidio efficace: “trova l’edificio più alto e salta”.

Lo spirito del “gioco” è chiaro e non è un mistero che Blue Whale venga accompagnato in rete da slogan nichilisti del tipo “questo mondo non è per noi“, oppure “siamo figli di una generazione morta“.
Le forze dell’ordine russe, paese dove purtroppo questo fenomeno è considerabile virale, hanno scoperto che molti ragazzi suicidatisi hanno spesso lasciato messaggi “strani” sui social.
Sono in particolare i ragazzi più giovani ad essere caduti nella rete costruita dal 21enne Budeikin Phillip, accusato di avere creato il “gioco” e attualmente in carcere per aver spinto al suicidio con lo stesso 15 ragazzi.

L’orripilante segreto di Blue Whale è tutto nel controllo e nel plagio che attua nei confronti degli adolescenti, notoriamente in una fase di cambiamento ormonale e mentale che porta a vivere tutto in una colorazione più intensa: i sentimenti che gli stessi provano sono più forti e meno razionali di quelli che qualsiasi altra persona di maggiore età o con più esperienza sperimenterebbe.
Spesso molti si sentono senza “direzione” e la balena blu, con i suoi ordini e con le sue sfide, mette i ragazzi in competizione con se stessi e con il mondo, dando loro uno scopo e qualcosa alla quale aggrapparsi, addirittura affetto.

Nella maggior parte dei casi, giochi dell’horror come questi riescono a far presa sulla bassa autostima che gli adolescenti hanno, regalando loro un perverso senso di controllo: essi pensano di averlo in mano seguendo le sfide che vengono loro proposte. In realtà è la sfida che controlla loro e che dà senso di potere a chi l’ha ideata.

Combattere Blue Whale deve essere un’opera di concerto tra le forze dell’ordine che devono agire nel tentativo di oscurare i siti o i forum nei quali il gioco viene pubblicizzato e i genitori degli adolescenti chiamati a notare comportamenti strani ed agire di conseguenza tentando di dialogare con i propri figli e gli adolescenti stessi.
Ma non solo devono denunciare la presenza di questa challenge quando la incontrano e le minacce ricevute dai “coordinatori” del gioco, ma devono comprendere per primi e far capire ad eventuali amici che il gioco della morte porta semplicemente a non vivere la vita e a gettare alle ortiche quello che potrebbe essere un luminoso e felice futuro.

Scritto da Valentina Borro - Pubblicato sul numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

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