Sembra,
innanzitutto, opportuno ricordare che molti agricoltori sono
costretti a combattere non solo la fauna
selvatica
(cinghiali, lupi e cornacchie) e i diversi microrganismi patogeni
(batteri, funghi e virus) causa di importanti malattie,
ma anche e soprattutto taluni organismi alieni
in grado di provocare danni
ingenti
alle coltivazioni.
In Italia, infatti, risultano presenti circa 1.500 specie aliene
(dati Daisie - Delivering alien invasive species in
Europe); sebbene non tutte si siano diffuse sul territorio e solo
alcune provochino problemi all’agricoltura, il loro ritmo di arrivo
è sicuramente in crescita. Ogni anno sembra vengano registrate sette
-
otto nuove
specie
di
insetti
fitofagi;
invece nel dopoguerra, come già accennato, se ne registravano meno
di una
per ogni anno.
Attualmente,
infatti, parliamo di una vera strategia a livello nazionale al fine
di riequilibrare
la
biocenosi
(cioè l’insieme dei diversi organismi, animali e piante, viventi
in un determinato ambiente) del nostro agro-ecosistema
mediante
lanci
programmati in 712
siti
laddove, in ognuno di essi, precedentemente selezionati,
dovranno essere liberati
ben
110 esemplari
di
Vespa samurai (Trissolcus
japonicus),
vale
a dire
del
rimedio insetto
alieno, ritenuto
l’antagonista
naturale
della
famigerata
Cimice
asiatica
(Halyomorpha
halys),
detta anche Cimice
marmorata
ossia il micidiale insetto
fitofago
che
rappresenta, verosimilmente all’attuale pandemia per il Covid 19,
un’autentica minaccia
per diverse colture orto-frutticole
(in particolare nell’area dell’Italia
Settentrionale) oltre che una grande preoccupazione in tutta
l’opinione pubblica a causa della sua abitudine di rifugiarsi nei
diversi locali e nelle abitazioni (così come già descritto in
“Cimice
asiatica: un “flagello”
della
frutticoltura”
ed ovviamente pubblicato su
“IL
CORACE”
dello
scorso mese di novembre 2019).
Tra
questi alieni,
quello originario della Cina, Giappone e Taiwan, la cimice asiatica,
(già descritta con l’articolo: “La
Cimice asiatica, una nuova insidia”
e pubblicato su “IL
CORACE”
del novembre 2016), è approdata nel 2013 anche in Italia e
nell’arco di tempo di pochi anni, come già noto, si è
dannosamente diffusa a partire dal Nord Italia, con le maggiori
concentrazioni nelle Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Veneto,
Friuli V.G. e Piemonte, e poi su tutto il territorio nazionale. Si
tratta di un insetto
estremamente polifago (poiché attacca diverse piante) oltre che
mobile e, per il fatto di essere alieno,
non ha pertanto nei nostri areali i suoi naturali
antagonisti.
Tuttavia,
alla
luce delle ultime notizie, a tal riguardo si
respira aria
incoraggiante poiché risulta giunto finalmente l’invocato
riscontro
al grido
d’allarme,
ribadito e condiviso dalle diverse Associazioni
degli Agricoltori,
oltre che alle numerose azioni
messe in campo e finalizzate alla difesa: delle importanti
coltivazioni, della biodiversità delle produzioni e della millenaria
tradizione frutticola
che, già dal
2013,
risultano
seriamente minacciate dall’espansione dannosa di tale insidia.
Infatti, varie
utili informazioni
e diverse importanti
indicazioni
per gli agricoltori, circa le misure contro cimice asiatica e
relativa lotta biologica
(attraverso
l’impiego
della
vespa samurai)
sono state diramate efficacemente nella mattinata di mercoledì 29
aprile ultimo scorso e durante un affollato web-inar (termine,
da web
e seminar,
che vuol dire sessione informativa ed educativa la cui
partecipazione avviene in forma remota tramite una connessione
internet e per condurre, come noto, riunioni, corsi di formazione,
ecc.) organizzato formalmente dalla Regione Emilia Romagna.
L’evento
svolto on-line
è stato molto seguito ed apprezzato da un numero di persone davvero
interessate e pertanto ritenuto più che soddisfacente; ciò,
evidentemente, dimostra quanto la problematica
relativa alla lotta contro la cimice
è sentita. Inoltre, risulta che i diversi relatori,
nonché esperti,
si siano soffermati soprattutto sulla strategia dei lanci
del
parassitoide-oofago
(vespa
samurai)
e particolarmente sull’area dell’Emilia
Romagna
ma, come noto, la strategia evidentemente è coordinata a
livello nazionale.
Ad
ogni modo, sembra opportuno ribadire che la procedura
burocratica
per ottenere il definitivo via libera (riguardo vespa
samurai
da impiegare quale arma
o rimedio
naturale
contro la cimice
asiatica)
è arrivata praticamente alla conclusione anche se (è percepibile)
siamo in attesa ancora di un ultimo “tassello”, vale a dire
l’approvazione da parte del Ministero
dell’Ambiente
e l’esito dell’analisi
di rischio
messo a punto dal Crea
Difesa
e Certificazione
di Firenze (Consiglio
per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria).
È
ovvio che il sì
è
un elemento che fa attendere tutti fiduciosi ma, fin quando non sarà
nero su bianco nulla può essere dato per scontato!
Sembra
doveroso altresì ricordare, come già descritto in precedenti
articoli, che negli ultimi due anni, il Crea
ha
studiato, nei suoi laboratori
e in condizioni di quarantena
T.
japonicus,
l’alieno
o vespa
samurai,
necessaria premessa per poter avere oggi un’analisi
di rischio
ambientale pronta ed un quid
di T. japonicus che
verrà utilizzato per la moltiplicazione, in diversi laboratori, non
solo in Emilia
Romagna
ma anche in Lombardia,
Veneto,
Friuli
V.G.,
Piemonte.
Secondo
la relazione del responsabile del Servizio Fitosanitario della
Regione Emilia Romagna, - Stefano Boncompagni -, il primo lancio
della vespa
samurai
dovrebbe avvenire a metà giugno ed il secondo dopo una ventina di
giorni circa. I lanci dovranno essere effettuati nel
giusto momento,
vale a dire quando vi sarà, nei siti di lancio, un numero
sufficiente di uova
di cimici
pronte per essere parassitizzate.
Peraltro, va ribadito che T.
japonicus
risulta il più efficace nemico (riconosciuto a livello mondiale)
della cimice
asiatica
ed agisce deponendo le proprie uova all’interno di quelle di
H. halys.
La vespa
samurai,
come già noto, è un imenottero
(un Ordine che comprende insetti assai familiari come le formiche, le
api e le vespe
che vivono anche in società) e, nonostante il nome che le è stato
attribuito, non è dannoso nei confronti dell’uomo, misura meno di
due millimetri e si ciba, in natura, di nettare o melata. Così,
si può dire che T.
japonicus è
l’unica speranza per
riportare sotto controllo la popolazione, cresciuta enormemente, di
H.
halys
e
che ha causato, lo scorso anno, solo in Emilia Romagna
un danno stimato intorno ai 350 milioni di euro.
In
particolare, è possibile anche poter evidenziare che a livello
nazionale saranno effettuati, come già accennato, lanci in 712
siti (300 dei quali in Emilia Romagna) e in ogni sito
selezionato verranno liberati 110 esemplari di vespa
samurai
(cento femmine più dieci maschi). La vespa
samurai
sarà diffusa in undici Regioni in totale, oltre che
nelle Province
di Trento
e
di
Bolzano.
Sembra
opportuno sottolineare altresì che oltre alle cinque
Regioni
che, lo scorso anno, hanno subìto straordinari danni, faranno parte
della operazione lotta
biologica
anche altre sei Regioni
del Centro
e del Sud
d’Italia
che non sono state ancora identificate durante l’incontro.
Si
tratta, pertanto, del più grande progetto di lotta
biologica
mai tentato in Italia,
ha detto ancora - Stefano
Boncompagni
- durante l’evento. I
diversi siti di lancio sono stati individuati seguendo una
precisa strategia,
ha precisato Luca Casoli, Direttore del Servizio
Fitosanitario di Modena e
di
Reggio Emilia;
le vespe
samurai,
in particolare, verranno liberate sulle siepi, nei boschetti e nelle
aree con vegetazione spontanea nei pressi di frutteti e mai dentro
gli stessi frutteti.
Così,
tutto quello che sembrava un punto di debolezza fino al 2019,
diventerà quest’anno un vero punto di forza per cui nelle aree
verdi
e nei pressi dei
diversi
frutteti
sarà infatti verificata la presenza della cimice
asiatica
e le sue relative ovature
laddove si potrà programmare l’immissione dell’insetto
antagonista
appositamente moltiplicato, permettendo così ai frutticoltori
di
proseguire regolarmente, all’interno dei propri frutteti, la difesa
comunque attuata come negli anni precedenti.
I
Consorzi fitosanitari dovranno, nella fattispecie, monitorare
l’evolversi
delle situazioni
al fine di poter verificare se, alla fine dell’anno, la vespa
samurai
risulti efficacemente insediata. Ad effettuare praticamente i
suddetti lanci saranno naturalmente i tecnici adeguatamente e
tempestivamente preparati delle Cooperative agricole ed i tecnici dei
diversi Consorzi
Fitosanitari.
Per
quanto, invece, si può riferire alle utili
indicazioni fornite
a
favore dei
frutticoltori è
stato opportunamente
chiarito
che,
nel
2020,
H. halys sarà
ancora in grado sicuramente di causare danni poiché, con i lanci
di T.
japonicus
intorno
a
metà di giugno, non si riuscirà ad abbattere la prima generazione
della cimice,
quella svernante. Gli
agricoltori pertanto,
è stato ribadito durante l’evento bolognese, dovranno
continuare ad attuare una difesa consapevole.
Ciò vuol dire che non
sarà possibile prescindere
dai
rimedi chimici né
da
quelli fisici (varie
reti).
L’altra importante indicazione
fa riferimento a siepi,
boschetti
ed aree
verdi
spontanee attigue ai frutteti che, come di consueto, andranno
rispettati. I siti di lancio saranno comunque
evidenziati in modo che risulti ben chiaro dove sarà
presente la vespa
samurai,
un
insetto
molto delicato che, peraltro, a causa dei prodotti di difesa
chimica,
rischierebbe indubbiamente la morte. Inoltre, i siti
di
lancio,
sono stati individuati secondo precisi criteri e
pertanto non è possibile candidare un proprio frutteto ai lanci,
anche se fosse un frutteto biologico; così, non è nemmeno possibile
acquistare T.
japonicus
come avviene, tra l’altro, per le altre specie
di
insetti
utilizzati nella lotta biologica. La gestione
dei lanci
sarà quindi coordinata e gestita esclusivamente da una precisa
organizzazione o struttura pubblica.
Un’altra
importante indicazione
(o chiarimento), infine, da evidenziare affinché non si
determinassero delle false aspettative (o speranze), ha riguardato la
precisazione di quanto segue: a)
L’obbiettivo
del 2020 è quello di insediare uniformemente l’antagonista
vespa
samurai
sul territorio interessato dall’emergenza. A fine anno sarà
verificato l’esito anche per orientare
l’intervento
futuro
del 2021;
b)
L’autorizzazione richiesta al Ministero dell’Ambiente
relativamente ai lanci della vespa
samurai
è valida, tra l’altro, per più anni in quanto occorrerà
un certo periodo di tempo prima
che T.
japonicus
(ossia la vespa
samurai)
possa ristabilire un efficace equilibrio nel nostro ecosistema,
ha
precisato ancora Stefano
Boncompagni.
È
ovvio, comunque, che non bisogna farsi vane speranze poiché ci
saranno dei danni nel 2020 e, probabilmente, anche nel 2021. Secondo
l’opinione di più relatori,
infatti, il tempo necessario affinché la situazione fitosanitaria
torni sotto controllo è di circa tre anni; tuttavia si tratta
di una stima per cui dipenderà, ad ogni modo, dal risultato
dell’operazione o dell’intervento con T.
japonicus.
Peraltro, se può rincuorare i diversi agricoltori, Massimo
Bariselli, del Servizio Fitosanitario Regionale, ha fatto sapere,
durante l’evento, che: questo
è
il primo esperimento, non conosciamo con certezza i tempi ma, visto
quello che succede negli altri Paesi, dove c’è T. japonicus,
io credo che funzionerà. Gli agricoltori devono resistere, la vespa
samurai
è l’unica arma
possibile per poter riequilibrare
l’ambiente.
I
frutticoltori
attendono, come manna dal cielo, i famosi 80
milioni
di euro (sebbene i danni nel 2019,
in Italia, ammontassero a 740
milioni,
di cui 350
solo
in E.
Romagna e 170 in
Piemonte)
previsti con l’ultima Legge di Bilancio per il territorio
nazionale. Il 3
giugno
scorso, infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale
il Decreto del Mipaaf che
dichiara ufficialmente il carattere di eccezionalità dei danni alle
produzioni
frutticole
per cui sono scattati i 45
giorni di tempo per accedere agli aiuti
(così
tempo limite fino al 18
luglio
prossimo per la presentazione delle domande di aiuto ai danni) . Si
tratta di un contributo
in conto capitale previsto dalla Legge di Bilancio 2020, che ha
stanziato 40
milioni
di euro, per il 2020, e che può ristorare fino all’80% del danno.
Le Regioni interessate sono Lombardia, Emilia
Romagna, Veneto, Friuli V. G. e Piemonte.
La soglia minima del
danno, per poter accedere agli indennizzi dal Fondo di solidarietà
nazionale, non deve essere inferiore al 30% della Produzione
lorda vendibile delle frutticole;
i danni alle colture non
frutticole
non concorrono, infatti, alla formazione della soglia d’accesso e
comunque, la
procedura stabilita dal noto DPR 102/1019 prevede ora una serie
di passaggi
tecnici.
I
tempi peraltro sono molto stretti -
avrebbe dichiarato Paolo Cavalcoli, direttore di Confagricoltura
Ferrara ad Agro-Notizie
- Le
domande vanno presentate
on-line ma
è necessario che l’agricoltore si faccia assistere nella
compilazione, dovrà quindi prendere appuntamento con gli esperti
delle Associazioni. Purtroppo i 40
milioni
messi a disposizione dal fondo, pur tamponando l’emergenza, non
sono sufficienti.
Ci aspettavamo che il provvedimento appena pubblicato contenesse
anche sgravi contributivi e la proroga della scadenza delle rate di
mutui, invece ciò non è successo. La speranza è che arrivino con
altri atti successivi.
Per
concludere, comunque, si può dire che dopo
il sì
da
parte della Conferenza Stato Regioni ai Decreti ministeriali per i
primi indennizzi
statali ed
il via libera alla lotta
biologica,
mediante il lancio
della
vespa samurai,
è scesa in campo altresì l’Unione
europea per
sostenere i diversi agricoltori nella lotta contro la terribile
cimice asiatica. Nei giorni scorsi, infatti, è arrivato l’auspicato
ed atteso sostegno finanziario dell’Europa per la
prevenzione ed il risarcimento dei danni alle relative colture, in
particolare, ai pereti, agli actinidieti (kiwi), ai pescheti ed ai
meleti, delle Regioni del Nord Italia (Emilia
Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia in
primis).
Infine,
grazie all’attivazione dell’articolo 221 del regolamento per le
Organizzazioni comuni di mercato (Ocm),
il provvedimento permette di introdurre misure straordinarie e
consente di incrementare, nell’ambito dei Programmi operativi (Po)
delle Organizzazioni dei produttori (Op),
le risorse finanziarie per la gestione dell’emergenza
dovuta, nella fattispecie, al killer
alieno
che da alcuni anni rappresenta un flagello,
che ha messo a dura prova le colture orto-frutticole
e l’economia di determinate Regioni italiane, mentre impensierisce
altresì altri importanti agricoltori.
Ci
siamo presi un impegno, quello di lanciare
la vespa samurai a metà giugno,
nei tempi corretti, quando cioè ci sono le prime ovature di T.
japonicus
e riusciremo ad onorare l’impegno,
ha precisato ancora Alessio Mammi, Assessore all’Agricoltura Emilia
Romagna. Ha poi continuato: Tutte
le attività propedeutiche alla riproduzione di T.
japonicus sono
state avviate, quindi a metà
giugno saremo
in grado di diffondere
la vespa, in
quantità sufficienti
e laddove
ce n’è bisogno.