domenica 30 aprile 2017

IL GIOCO DEI GIOVANI

Blue Whale è un gioco che uccide chi decide di farlo divenire il centro del proprio mondo e condurlo fino alla fine: è un horror game che ha portato al suicidio più di 130 adolescenti finora in Russia.

La verità è che definirlo gioco è la cosa più sbagliata che possa esistere: nello specifico si tratta di una serie di sfide dalla durata complessiva di 50 giorni che spingono il partecipante ad affrontare diverse prove dimostrando di averle condotte: tra di esse vi è il guardare film dell’orrore per un’intera giornata, disegnarsi una balena blu con un coltello sul corpo, svegliarsi alle 4 del mattino. Come anticipato, il tutto si conclude al 50° giorno con quella che è una provocazione ma che si sta rivelando un mezzo di istigazione al suicidio efficace: “trova l’edificio più alto e salta”.

Lo spirito del “gioco” è chiaro e non è un mistero che Blue Whale venga accompagnato in rete da slogan nichilisti del tipo “questo mondo non è per noi“, oppure “siamo figli di una generazione morta“.
Le forze dell’ordine russe, paese dove purtroppo questo fenomeno è considerabile virale, hanno scoperto che molti ragazzi suicidatisi hanno spesso lasciato messaggi “strani” sui social.
Sono in particolare i ragazzi più giovani ad essere caduti nella rete costruita dal 21enne Budeikin Phillip, accusato di avere creato il “gioco” e attualmente in carcere per aver spinto al suicidio con lo stesso 15 ragazzi.

L’orripilante segreto di Blue Whale è tutto nel controllo e nel plagio che attua nei confronti degli adolescenti, notoriamente in una fase di cambiamento ormonale e mentale che porta a vivere tutto in una colorazione più intensa: i sentimenti che gli stessi provano sono più forti e meno razionali di quelli che qualsiasi altra persona di maggiore età o con più esperienza sperimenterebbe.
Spesso molti si sentono senza “direzione” e la balena blu, con i suoi ordini e con le sue sfide, mette i ragazzi in competizione con se stessi e con il mondo, dando loro uno scopo e qualcosa alla quale aggrapparsi, addirittura affetto.

Nella maggior parte dei casi, giochi dell’horror come questi riescono a far presa sulla bassa autostima che gli adolescenti hanno, regalando loro un perverso senso di controllo: essi pensano di averlo in mano seguendo le sfide che vengono loro proposte. In realtà è la sfida che controlla loro e che dà senso di potere a chi l’ha ideata.

Combattere Blue Whale deve essere un’opera di concerto tra le forze dell’ordine che devono agire nel tentativo di oscurare i siti o i forum nei quali il gioco viene pubblicizzato e i genitori degli adolescenti chiamati a notare comportamenti strani ed agire di conseguenza tentando di dialogare con i propri figli e gli adolescenti stessi.
Ma non solo devono denunciare la presenza di questa challenge quando la incontrano e le minacce ricevute dai “coordinatori” del gioco, ma devono comprendere per primi e far capire ad eventuali amici che il gioco della morte porta semplicemente a non vivere la vita e a gettare alle ortiche quello che potrebbe essere un luminoso e felice futuro.

Scritto da Valentina Borro - Pubblicato sul numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

sabato 29 aprile 2017

I GRANDI SITI INTERNET CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO

PARTE SECONDA

Nella prima parte del mese scorso abbiamo parlato di Google, Facebook, Youtube, Amazon, Wikipedia e Yahoo!.
In questo numero continuiamo la nostra rassegna dei siti più famosi.

TWITTER (social network – messaggistica)
È come mandare un SMS al mondo intero. Twitter è un servizio gratuito di social networking e microblogging che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo con una lunghezza massima di 140 caratteri. Gli aggiornamenti possono essere effettuati tramite il sito stesso, via SMS, con programmi di messaggistica istantanea e posta elettronica. È stato creato nel marzo 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco, e oggi è uno dei siti più visitati al mondo.
Il nome “Twitter” deriva dal verbo inglese to tweet che significa “cinguettare”, e il suo logo è la sagoma di un uccellino.
Gli aggiornamenti sono mostrati nella pagina di profilo dell’utente e comunicati agli utenti che si sono registrati per riceverli, oppure renderli visibili a chiunque.
I messaggi brevi di Twitter possono essere etichettati con l’uso di uno o più hashtag: parole (o combinazioni di parole) concatenate precedute dal simbolo cancelletto (#). Etichettando un messaggio con un hashtag si crea un collegamento ipertestuale a tutti i messaggi recenti che citano lo stesso hashtag.
Il 22 gennaio 2010 è stato il giorno del primo Tweet inviato dallo spazio: l’autore è stato l’astronauta della NASA Timothy Creamer dalla Stazione Spaziale Internazionale. Il servizio è diventato estremamente popolare grazie alla semplicità ed immediatezza di utilizzo. Molte aziende, università, giornalisti, scuole e pubbliche amministrazioni utilizzano Twitter a scopi didattici.

EBAY (e-commerce)
eBay Inc. è un sito di aste on-line fondato nel 1995 da Pierre Omidyar; in Italia è arrivato nel 2001 rilevando il sito iBazar. È una piattaforma web (marketplace), di fatto molto simile ad un sito di e-commerce, che offre ai propri utenti la possibilità di vendere e comprare oggetti sia nuovi sia usati, incluse le vendite a prezzo fisso (compralo subito) e a prezzo dinamico, comunemente definite come “aste online” dove gli acquirenti fanno offerte per aggiudicarsi la merce. Vengono applicate tariffe, interamente a carico dei venditori, sia per pubblicare un qualsiasi tipo di inserzione sia come commissioni sul valore finale dell’oggetto venduto.

PINTEREST (social network – fotografia)
Pinterest è un bellissimo social network fondato nel 2010 dedicato alla condivisione di fotografie, video ed immagini. Permette agli utenti di creare bacheche per gestire la raccolta di immagini in base a temi predefiniti o da loro generati.
Il nome deriva infatti dall’unione delle parole inglesi pin (appendere) e interest (interesse).
È tra i 100 siti web più visitati al mondo. Pinterest è integrato e integrabile con altri social network, come Facebook e Twitter, con Flickr e con i siti web.
Basti pensare che integrando i cosiddetti “pin button” all’interno di un sito web o blog è possibile “pinnare” le immagini in esso presenti categorizzandole sotto i propri board di interesse.

FLICKR (fotografia)
Flickr è un sito web multilingua che permette agli iscritti di condividere fotografie personali caricandole sul sito, e conta ogni minuto più di duemila nuove foto inserite da parte dei suoi oltre 20 milioni di utenti.
Flickr, localizzato in diverse lingue, fra cui l’italiano, è stato sviluppato da una compagnia canadese fondata nel 2002, e dal 2015 è di proprietà del gruppo Yahoo! Dal 2013 lo spazio a disposizione per gli account gratuiti è di 1 TB (1000 GB). È possibile anche vendere o comprare le immagini tramite Getty images.

LINKEDIN (social network)
LinkedIn è un servizio web di rete sociale gratuito (con servizi opzionali a pagamento), impiegato principalmente per lo sviluppo di contatti professionali. Copre circa 150 comparti economici e oltre 400 “regioni economiche”.
Lo scopo principale del sito è consentire agli utenti registrati di mantenere una lista di persone conosciute e ritenute affidabili in ambito lavorativo.
LinkedIn è il social con lo spazio maggiore e meglio organizzato per la promozione di ciò che siamo come professionisti. È possibile trovare offerte di lavoro, persone, opportunità di business con il supporto di qualcuno presente all’interno della propria lista di contatti o del proprio network.
Riempire adeguatamente la sezione dedicata alla descrizione della propria persona è ovviamente l’attività che richiederebbe maggiore attenzione. Un nuovo strumento, insomma, per aumentare le possibilità di entrare in contatto con i selezionatori di agenzie e aziende. Anche i datori di lavoro possono pubblicare offerte e ricercare potenziali candidati. Non deve essere inteso, come erroneamente si crede, un “ufficio di collocamento” dove copiare pari pari il proprio curriculum vitae e aspettare che qualcuno ci contatti, ma piuttosto LinkedIn serve a dire chi sei, cosa fai, quali vantaggi porti, quali soluzioni offri e serve a darti un luogo per incontrare persone che potenzialmente possono essere interessate a tutto questo.
La società che gestisce il servizio ha sede a Palo Alto (California). La rete di LinkedIn, presente in oltre 200 paesi, cresce a una velocità di 1 milione di iscritti a settimana e ad oggi ne conta circa 300 milioni. Il 13 giugno 2016 la società ha annunciato di essere stata acquisita da Microsoft per una cifra di 26,2 miliardi di dollari.

VIRGILIO (motore di ricerca – portale)
Virgilio è il primo portale Internet italiano, nato nel 1996 come motore di ricerca, per poi evolversi via via come portale di accesso a contenuti informativi. Il nome del portale si rifà a Publio Virgilio Marone, la guida di Dante nella Divina Commedia.
Come sottolineato anche dal suo primo payoff pubblicitario, “la guida italiana ad internet”, in origine la mission di Virgilio era quella di affiancare alla ricerca realizzata da un computer, la categorizzazione di siti, con indicatori significativi per gli utenti internet italiani.
Negli anni del boom della New Economy (1999-2001) Virgilio rimase impresso nell’immaginario collettivo grazie a una fortunata campagna pubblicitaria: un vecchietto con coppola e sigaretta in bocca, accompagnato dal claim “Virgilio, il bello di Internet”.

Scritto da Pino Varone - Pubblicato sul numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

venerdì 28 aprile 2017

GLI SBANDIERATORI DEI RIONI DI CORI IN SPAGNA

Gli Sbandieratori dei Rioni di Cori di nuovo in Spagna.

Dopo la partecipazione al Carnevale di Fuenlabrada – Madrid e alla Festa del Rinascimento di Tortosa nel 2016, i ragazzi dei Rioni, dal 21 al 23 Aprile, sono stati protagonisti de “El Entierro della Sardina” nella città di Murcia, in italiano “La sepoltura della sardina”.

Questa rappresentazione carnevalesca viene fatta risalire alla metà dell’800 circa, quando un gruppo di studenti di Madrid inventò un corteo funebre preceduto da una sardina, simboleggiante il digiuno e l’astinenza, per rivivere il festeggiamento carnevalesco che si celebrava a Madrid il mercoledì delle ceneri. Altre fonti dicono che il rituale prese origine da una cerimonia già esistente per cui all’iniziare della Quaresima si era soliti interrare un carré di costolette di maiale (chiamato ai tempi “sardina”) a significare la proibizione di mangiare carne; altre ricerche dicono che la sepoltura della sardina servisse per augurare una buona stagione di pesca.
Non sardine vere e proprie, ma grandi sardine in cartapesta che ogni anno vengono sacrificate (più che seppellite, bruciate) il giorno del mercoledì delle ceneri, durante le numerose cerimonie che in giro per la Spagna chiudono il Carnevale, con la sepoltura della sardina appunto.

A Murcia, che a differenza del resto della Spagna questa manifestazione si svolge un mese dopo la fine del carnevale, una processione funebre, i cui partecipanti sono vestiti a lutto, accompagna alla morte la sardina, rappresentante i vizi e i divertimenti del periodo carnevalesco, che vengono “sepolti” per far nascere simbolicamente una società migliore (almeno questo era il significato originario).

La processione, che si conclude con il rogo della grande sardina di cartapesta, sfocia poi, in balli con musica, fuochi d’artificio e diavoli danzanti intorno al fuoco. In questo contesto gli spettatori hanno potuto apprezzare le evoluzioni coreografiche, le musiche e i colori degli Sbandieratori dei Rioni di Cori, apprezzamento che il pubblico di Murcia ha avuto modo di dimostrare in altre occasioni, quando i Rioni di Cori sono stati protagonisti in alcune edizioni del Festival del Folklore del Mediterraneo.

Scritto da Quintilio Carpineti Sbandieratori dei Rioni di Cori - Pubblicato sul numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

giovedì 27 aprile 2017

L’ ECONOMIA A PORTATA DI TUTTI: LA BREXIT

Il 23 Giugno del 2016 la Gran Bretagna ha affrontato uno dei più importanti referendum per la storia economica e politica del Paese: la scelta di continuare a far parte o meno dell’Unione Europea (UE); dai risultati è emerso che il popolo britannico ha votato per il temuto si (si, usciamo dall’ UE) e da quel momento in poi c’è stato un crescendo di tensione sia interno che esterno alla Gran Bretagna.

Ma quali sono i motivi per i quali si teme così tanto la sua uscita?
Sicuramente le preoccupazioni sono principalmente di carattere economico, dato che si parla di una delle Nazioni fondatrici dell’UE con un importante peso economico. Nel dettaglio, venendo meno la libera circolazione delle merci tra Paesi membri dell’UE (pilastro importante dell’ economia europea) uno dei problemi potrebbe riguardare i dazi doganali (tasse che si applicano sull’ esportazione/ importazione di beni da e verso altri Paesi), poiché la Gran Bretagna effettua molte esportazioni verso l’Unione Europea.

Questo comporterebbe un danno per la Gran Bretagna, la quale dovrebbe pagare i suddetti dazi ogni volta che esporta merce verso altri Paesi, implicando un aumento dei prezzi dei beni; gli altri Paesi quindi, vedendosi applicare un prezzo più alto, sceglieranno di non acquistare più dalla Gran Bretagna, causando un calo della produzione delle imprese anglosassoni, quindi disoccupazione.

Qui si collega un altro dei possibili problemi, quale la riduzione degli investimenti, non solo interni al Paese, ma anche esteri; nel primo caso, potendo esserci disoccupazione, le famiglie e le imprese investiranno sempre meno a causa di una riduzione del loro reddito, nel secondo invece si parla di una riduzione di introito di capitali esteri, i quali hanno sempre garantito al Paese un ottimo afflusso monetario utile all’economia ed alla finanza.
Non di minor importanza è la restrizione alla libera circolazione delle persone (altro pilastro fondamentale dell’UE, collegato al precedente) la quale implicherà che le persone dovranno richiedere un permesso per recarsi in Gran Bretagna; sul piano economico ci saranno importanti risvolti, soprattutto dal lato del lavoro, in quanto molti giovani italiani e non si sono ivi trasferiti in cerca di un’ occupazione.
In questo caso ci saranno sicuramente problemi burocratici per la validazione dei permessi di soggiorno, sia di lavoro che di studio che di turismo, e questo scoraggerà le persone a recarsi in Gran Bretagna.

I problemi vengono rilevati anche dal punto di vista dell’UE, la quale vede l’uscita della Gran Bretagna come un affronto alla memoria della fondazione dell’UE stessa; per altri si parla di abbandono in un momento di forte crisi dell’Unione sia di carattere politico che economico; ancora si parla di sopravvalutazione delle potenzialità di un Paese per la possibilità di riuscire a ricrearsi una posizione vincente nel quadro economico mondiale senza l’appoggio di altri Stati, i quali subiranno le conseguenze di tale scelta senza potersi opporre.
I Paesi europei hanno timore della perdita della Gran Bretagna perché dagli albori è stata una grande potenza che ha sempre assicurato stabilità e garanzia per l’economia europea; ha partecipato attivamente alla creazione ed alla storia di ciò che venne pensata come una forza economica in grado di competere con l’America e l’Asia, anche se l’intento non riuscì appieno.

I problemi legati all’uscita non saranno dei più facili, né per la stessa Gran Bretagna né per i Paesi che resteranno nell’Unione, dove tutti si ritroveranno a fare i conti con un nuovo status che potrebbe segnare la riuscita degli sforzi fatti.
Non possiamo dire con certezza cosa accadrà e non possiamo prevedere tutte le conseguenze possibili, e nell’attesa del trascorrere di questi altri tre anni, mi auguro che la Gran Bretagna riesca nel suo intento.

Scritto da Eleonora Angelini - Pubblicato sul numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

mercoledì 26 aprile 2017

DE LILLIS VINCE LE PRIMARIE

É IL CANDIDATO SINDACO DEL CENTROSINISTRA, MA QUANTE GRANE NEL PD!



Mauro De Lillis sarà il candidato sindaco del centrosinistra a Cori.
Lo hanno deciso le primarie andate in scena domenica 23 aprile. L’assessore al Bilancio, esponente del PD, ha battuto Chiara Cochi, assessore ai Servizi Sociali, sostenuta da Partito Socialista, Partito Comunista, Movimento Autonomia di Giulianello e qualche dissidente PD.

Dopo una giornata di votazioni Mauro De Lillis aveva raccolto 1.392 voti, Chiara Cochi si è fermata a 939. La votazione ha messo fine alle polemiche che hanno preceduto le primarie. Infatti il PD è arrivato all’appuntamento con le elezioni amministrative praticamente impreparato.
Inizialmente il partito doveva puntare proprio su De Lillis, che però non era disponibile. Poi ci sarebbe stata una convergenza su Ennio Afilani. Ma anche quest’ultimo avrebbe fatto un passo indietro per problemi personali.

Tanto è bastato per ufficializzare la candidatura di Chiara Cocchi (fuoriuscita dal PD), con il sostegno di PSI, PCI e MAG. Il PD si è guardato un po’ intorno e poi ha scelto di nuovo De Lillis.
Ma ormai la strada delle primarie era tracciata. Lo scontro è stato segnato da tensioni interne al solo PD. Alcuni sedicenti renziani infatti, tra cui il Presidente del Consiglio Comunale Roberto De Cave, si erano espressi a favore di Chiara Cochi.
Più in generale una parte rappresentata da Emanuela Fanfani ha lamentato una mancanza di condivisione da parte dei dirigenti di partito sul nome da proporre come candidato sindaco. Tesi smentite dal segretario comunale Paolo Cioeta, secondo cui tutto il PD era compatto su De Lillis.

La notte del 23 aprile ha restituito il verdetto: sarà proprio l’esponente del PD a tentare di raccogliere l’eredità di Tommaso Conti. Appuntamento all’11 giugno.


Scritto da Eleonora Spagnolo - Pubblicato nel numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

martedì 25 aprile 2017

IL 25 APRILE

Il 25 Aprile in Italia è la Festa della Liberazione: si ricorda cioè l’anniversario della liberazione dal “Nazifascismo” ed in particolare si ricordano tutti quei partigiani, e non, con armi o senza, che hanno contribuito a liberare il nostro Paese.
Chi erano questi? Erano uomini, donne, giovani, anziani, preti, militari, persone di diversi ceti sociali, diverse idee politiche e religiose, ma che avevano in comune la volontà di lottare personalmente ognuno con i propri mezzi per ottenere in patria la democrazia ed il rispetto della libertà individuale e l’uguaglianza (tutti valori che sono costati lacrime e sangue).

Il 25 aprile i partigiani, supportati dagli alleati, entrarono vittoriosi nelle principali città italiane, mettendo fine al tragico periodo di lutti e rovine, dando così il via al processo di liberazione dell’Italia dall’oppressione fascista.
Qualche anno dopo dalle idee di libertà e democrazia è nata la Costituzione Italiana. Infatti dal dicembre del ‘47 e poi nel ‘48, la Costituzione della Repubblica Italiana garantisce a tutti gli Italiani pari dignità, uguaglianza, libertà personale, di domicilio, di corrispondenza, di circolazione e soggiorno in tutto il territorio nazionale, libertà di pacifica riunione e associazione di culto, di manifestazione, di pensiero, di stampa, di iniziativa economica occupazionale e molte altre iniziative;

Una costituzione meravigliosa la nostra, pensata, misurata e messa su carta dalla genialità dei padri costituenti, ma che oggi purtroppo è condizionata da fenomeni nazionali e mondiali che colpiscono i cittadini in modo trasversale. Terrorismo, spread bancari, petrolio, programmi energetici, intercettazioni telefoniche, migranti ed altro ancora, non sono altro che armi più sofisticate di quelle usate nella seconda guerra mondiale, armi non convenzionali che però restringono molto i confini di quella grande visione di principi e libertà che i padri costituenti ci hanno tramandato settanta anni fa.
Ma proprio per questi principi di libertà, per non cambiarli, per non alterare la nostra sicurezza, il nostro stile di vita o le nostre abitudini, voglio dire una cosa: è legittimo chiederci oggi se sotto altre modalità e tempistiche deve nascere una altro tipo di resistenza?

Infatti per quanto concerne la “Sicurezza” bisogna dire che l’intensificazione degli atti terroristici, la microcriminalità locale, i furti per strada e negli appartamenti, creano paura e panico e tendono a limitare la nostra libertà di circolazione e il nostro stile di vita.
Creare per esempio una “intelligence locale” magari con l’aiuto delle forze dell’ordine e della polizia locale può essere una importante risposta per la tranquillità e la sicurezza dei nostri concittadini.

Altro punto che porta apprensione tra la gente è il fenomeno dei “Migranti”. Non sono un populista e penso che su questa questione la nuova amministrazione deve agire con il buon senso, senza soffiare sul fuoco. In che modo?
Se arrivano queste persone per prima cosa deve essere individuato un posto sicuro dove possano alloggiare. Seconda cosa vanno gestite in maniera tale da non farle oziare, ma vanno impiegate dall’amministrazione comunale in lavori socialmente utili in modo da renderle più dignitose e facilitandone l’integrazione. Terza cosa, sempre per la sicurezza reciproca, queste persone vanno continuamente monitorate (“intelligence locale”) dall’arrivo, nella loro permanenza ed alla loro partenza.

Ecco questo deve fare una nuova amministrazione oltre che occuparsi di lavoro, delle attività artigianali e commerciali, del turismo e della agricoltura. Per esempio, c’è bisogno di un piano pluriennale per la rivalutazione dei “negozi” commerciali ed artigianali che stanno soffrendo la grande distribuzione; dare lavoro con incentivi economici e sgravi fiscali a queste attività (alleggerire IMU, tasse sui rifiuti, sulle insegna luminose) sarebbe già un buon viatico di discontinuità con il passato; bisogna poi far ripartire una scuola con appositi corsi di mestieri di artigianato per quei ragazzi che non hanno un lavoro ma che non anno neanche l’intenzione di continuare gli studi.

Nel nostro territorio l’agricoltura con i suoi prodotti di nicchia (olio-vino-olive-prodotti e specialità sotto-aceto e sotto-olio, kiwi ed altri prodotti) è quella che ha retto meglio ai morsi della crisi, ma bisogna dire che la rivalutazione di tutte queste attività, comprese quelle turistiche, vanno nella direzione di un mondo che va riprogrammato e il rilancio economico di esse è un fenomeno così vasto e multiforme da richiedere una articolata pianificazione di interventi e priorità.

Come vedete siamo ripartiti da un 25 aprile di oltre settanta anni fa e siamo arrivati ad un oggi dove le problematiche e le dinamiche sociali (sia nazionali che locali) sono cambiate continuamente, ma che hanno sempre avuto nella loro analisi storica un comune denominatore di ricerca di un benessere, di sicurezza, di lavoro, e di libertà.


Scritto da Il Consigliere Comunale Bruno Canale - Pubblicato sul numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

lunedì 24 aprile 2017

PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA: MAURO DE LILLIS CANDIDATO A SINDACO

E le primarie del centro-sinistra per la scelta del candidato sindaco alla fine si sono svolte e, seppur organizzate di corsa, si sono rivelate un grande successo, con una partecipazione popolare (2.356) al di sopra di ogni più rosea previsione, addirittura in aumento rispetto a quelle del 2007 dalle quali uscì Tommaso Conti, il sindaco dell’ultimo decennio.

Sono state primarie dove tutti sono andati all’arrembaggio del Partito Democratico, con gran voglia di suonarle a quello che comunque è di gran lunga il maggiore partito cittadino, e che alla fine ha dimostrato oggettivamente di esserci ed anche bene. Il Sindaco ha abbandonato il PD (verso Pisapia), l’assessore Chiara Cochi ha abbandonato il PD (verso Bersani e compagni?) e tutti ad ingrossare le fila della sinistra più sinistra non si può, e con Renzi proprio non si può più stare insieme, anche se nel PD sono stati insieme per 10 lunghi anni.

In questo quadro è nata la candidatura di Chiara Cochi a sindaco dei gruppi e gruppetti extra PD: comunisti e sinistra radicale, movimenti autonomisti di Giulianello, “enclave” socialista sempre della frazione, insomma un insieme di forze anche molto eterogenee tra loro, unite dal collante anti PD e da una forte connotazione localistica di Giulianello (il motto era: “questa è l’occasione buona per avere un nostro sindaco”), e dalla speranza (o la convinzione) che il partito democratico non godesse di buona salute e che il gruppo dirigente fosse sostanzialmente distaccato dalla gente ed auto-referenziale.

Nel PD – d’altro canto – effettivamente qualche problema si è davvero manifestato, quando si è assistito ad una serie di rinunce (in primis quella del vice sindaco Ennio Afilani, cui tutto il partito aveva proposto la candidatura, e poi dello stesso Mauro De Lillis, inizialmente apparso titubante, e che poi ha accettato l’unanime proposta).
Alla fine le primarie tra Mauro De Lillis e Chiara Cochi (ma anche Cori versus Giulianello, ed ancora riformisti di centrosinistra contro sinistra radicale e movimentista), si sono così svolte, e ha vinto e bene il candidato Mauro De Lillis, con ben 1.393 voti, contro i 939 di Chiara Cochi, che rappresentano un bel risultato anche per quest’ultima ma non tale da scalfire i rapporti di forza politici (PD verso gli altri gruppi e gruppetti), ma anche territoriali (Cori verso Giulianello).

Il risultato di De Lillis, oltre che alla sua persona, va ascritto a tutto il Partito Democratico, guidato dal segretario Paolo Cioeta, che si è molto speso insieme agli altri dirigenti e attivisti. Va anche segnalato l’apporto convinto proveniente dal consigliere centrista Antonio Betti, che ha convogliato sul candidato PD importanti consensi dal mondo cattolico.
E il PD alla fine ha dimostrato di esserci e di avere una vastissima base popolare, non scalfita dalla scissione e dagli abbandoni pure eccellenti, e d’altra parte il partito anche a Cori ha ormai una salda radicata base renziana.

In questo quadro va segnalato che il vincente Mauro De Lillis appare figura tale da segnare un vero scatto generazionale, con modi linguaggio e tematiche progettuali dove emerge concretezza e impostazione riformista, al di là di populismi, demagogie, ideologismi ai più oggi incomprensibili.
De Lillis è anche apparso l’esponente politico locale più legato alle realtà giovanili nonché al mondo produttivo, agli artigiani ed alle piccole imprese. Con lui è assicurata la continuità (ha governato 10 anni con Conti), ma anche il cambiamento, la necessità di rinnovare la proposta politico-amministrativa.

A questo punto bisognerà vedere cosa si imbastisce negli altri campi: il Movimento 5 Stelle presenterà una propria lista?
Pare di sì e staremo a vedere il progetto e la qualità della proposta complessiva.

Il centro destra riuscirà a ripresentarsi in veste unitaria?
E Canale – che ha iniziato a presentarsi nelle piazze - che farà? Sarà il candidato del centro-destra o di una sua “civica”? Proverà ad approfittare, al momento della raccolta elettorale, dell’albero giulianese “sgrullato” da Chiara Cochi?

Sono tutte domande che avranno risposte in tempi molto brevi, di certo però tutti dovranno fare i conti con quei 2.356 cittadini che hanno votato alle primarie del centrosinistra.

Scritto da Antonio Belliazzi - Pubblicato nel numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

domenica 23 aprile 2017

PERCHE' BREVE E INTENSO

Seppur la scienza e la conoscenza della fisiologia, ci danno delle indicazioni su quelle che sono le reazioni dell’organismo ad uno stress esterno, si continua a sostenere che il body building non è una scienza esatta, ovvero non esiste un protocollo di lavoro giusto a cui far riferimento, poiché ciò che funzionerà a meraviglia per un individuo, non funzionerà affatto per un altro.

Su tale teoria sono state sviluppate miriadi di discussioni con conseguenti scuole di pensiero, tuttavia sono d’accordo con chi la ritiene semplicistica e sbrigativa. Se facciamo riferimento al concetto di causa ed effetto, è come se si sostenesse che non tutte le persone che prendono il sole per 20 minuti al giorno tre volte a settimana si abbronzano. Semmai non tutte le persone si abbronzano allo stesso modo: c’è chi è più recettivo per via di una produzione maggiore di melanina, e chi meno per il motivo opposto. Ma le reazioni fisiologiche all’esposizione al sole saranno uguali per tutti: si abbronzeranno. Quello che potrà cambiare in sostanza, sarà il tempo che si impiegherà per raggiungere un certo grado di abbronzatura rispetto ad un’altra persona. Stesso dicasi per l’allenamento.

La differenza sostanziale può trovare spiegazione in due principali fattori come: la predisposizione genetica e la capacità individuale di recupero (a sua volta influenzata da molte variabili come età, stile di vita, stress, carattere, atteggiamento psicologico, ecc.).

Difatti vediamo atleti ottenere grandi risultati anche da tabelle di allenamento lunghe, in quel caso trattasi di persone con un grande potenziale genetico, ed un ottima capacità di recupero, ma vi siete mai chiesti cosa otterrebbero se cambiassero il loro allenamento con uno breve, intenso ed infrequente?
L’esperienza e la strada spianata in precedenza da Artur Jones, Mike Mentzer, Stewart Mc Robert, Claudio Tozzi (BIIO), persone le cui trattazioni sono state per me punto di riferimento costante in tutti questi anni, ci hanno dimostrato che l’allenamento breve, intenso, infrequente, è l’optimum, perché si basa su criteri assolutamente scientifici come:
1) Intensità e volume di lavoro sono inversamente proporzionali (più l’allenamento sarà intenso, più sarà necessariamente breve).
2) Maggiore sarà l’intensità dello stimolo esterno, maggiore sarà il danneggiamento delle fibre muscolari, con la conseguenza di una maggior risposta adattativa (ipertrofia).
3) Il volume di lavoro ridotto, comporta l’utilizzazione dei substrati energetici solo a carico dei fosfati e comunque, un dispendio più ridotto rispetto all’allenamento di “volume”, (che specie per un atleta natural comporta una notevole dispersione di energia, allungando enormemente i processi di recupero e super-compensazione).

Attenzione, non sto demonizzando l’allenamento di “volume”, anch’esso utile in determinati periodi dell’anno, o in fasi dell’allenamento in cui si ha la necessità fisiologica di “staccare” dall’allenamento ad alta intensità, e comunque previsto nelle fasi di scarico. Il recupero totale tra un allenamento e l’altro, sarà il contesto ideale in cui l’organismo, a seguito di un danneggiamento, prima compensa (recupera), poi super compensa (si adatta a far fronte al successivo carico di lavoro), attraverso il fissamento di nuove proteine sulla struttura miofibrillare.

Naturalmente, questa alternanza tra allenamento\ recupero deve essere organizzata e programmata, in base all’età, allo stile di vita ed al metabolismo della persona. Inoltre, senza entrare nello specifico argomento della programmazione tale approccio dovrà necessariamente essere alternato a periodi di lavoro più volumetrici e meno intensi (scarico), rientrando in una programmata pianificazione della periodizzazione annua dell’allenamento.

Concludiamo pertanto, che il detto “una metodologia può non funzionare per tutti allo stesso modo”, è improprio ed un po’ semplicistico. Semmai ad una data metodologia, si dovrà osservare una differenza nell’applicazione, frequenza d’allenamento e tempo di recupero da un soggetto ad un altro.

Bibliografia: La Scienza del Natural Bodybuilding di Claudio Tozzi – Sandro Ciccarelli Editore.

Scritto da Andrea Pistilli - Certified Personal Trainer Istruttore ICYFF™ - Indoor Cycling and Fitness Federation - Pubblicato sul numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

sabato 22 aprile 2017

CORA CANEM: I PRIMI PASSI CONCRETI!

Ci eravamo lasciati con un’idea, un progetto da realizzare e tanta buona volontà. Oggi possiamo dire ufficialmente che grazie alla collaborazione col Comune di Cori, il nostro non è più un miraggio ma un’oasi che presto raggiungeremo in compagnia dei nostri amici pelosi.

Infatti, nella giornata di martedì 18 Aprile ci siamo riuniti in giunta, grazie alla volontà di Chiara Cochi e Mauro De Lillis, per capire in che termini sarebbe stato possibile realizzare il nostro obiettivo. Non possiamo comunicare una data ufficiale né di inizio dei lavori né tanto meno di inaugurazione, ma state pur sicuri che trovandovi a passare dalla circonvallazione A. Gramsci, al primo segnale di lavori in corso presso l’area della pineta di S. Francesco, avrete la certezza che Cora Canem ci ha messo lo zampino, la coda, e magari anche il muso!

Ne approfittiamo intanto per chiarire qualche punto, ancora prima che si sollevino polemiche o leggende metropolitane. L’associazione si è offerta come portavoce di un esigenza e non ha fatto nient’altro che cercare un modo per soddisfarla.
Il fatto che Cori sia circondata di verde non significa necessariamente che questo verde sia appropriato o sicuro per i nostri fedeli amici, troppo spesso la compagnia di un cane diventa motivo di isolamento piuttosto che di condivisione. A tal proposito uno spazio loro dedicato implica un coinvolgimento civico subordinato a delle regole (nella speranza che possano essere estese anche al di fuori del parco), senza le quali ogni sforzo diventerà nostro malgrado vano.

Il conduttore avrà pertanto responsabilità del proprio cane, che non potrà accedere alla zona recintata senza sorveglianza (ti porto al parco e vengo a riprenderti tra un’ora!); sarà tenuto a portare il proprio cane al guinzaglio e ad usare la museruola secondo coscienza, in presenza di altri fruitori, riservandosi il diritto di mettere in libertà il proprio cane in contesti socialmente equilibrati;
Sarà tenuto a mantenere pulito lo spazio condiviso, guanto in mano e sacchetto saranno le parole chiave; infine dovrà tenere chiusi i cancelli per evitare spiacevoli incidenti.

Cora Canem è su FaceBook, chiunque fosse interessato o avesse delle idee da proporre può liberamente contattarci.

Ci aggiorniamo al prossimo numero de “Il Corace” e in alto le code!


Scritto da Celeste Tabita - Pubblicato sul numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

venerdì 21 aprile 2017

TESTAMENTO BIOLOGICO E DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE

Il 20 aprile la Camera ha approvato con 326 voti favorevoli il provvedimento sul testamento biologicoNorme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento” ora al vaglio del Senato.

A otto anni dalla vicenda umana e giudiziaria di Eluana Englaro e a pochi giorni dal suicidio assistito di Fabiano Antonani e di Davide Trentini (ci sono più di altri trenta italiani in lista d’attesa per il suicidio assistito all’estero), il Parlamento, non senza polemiche e scontri tra le parti, tenta di colmare il vuoto normativo che traduce il ritardo del nostro Paese in materia di diritti civili rispetto al resto dell’Europa.
Un vuoto che deriva dalla mancata ratifica della Convenzione di Oviedo del 1997, il primo trattato internazionale riguardante la bioetica promosso dal Consiglio d’Europa, che recita “i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell’intervento, non è in grado di esprimere la sua volontà saranno tenuti in considerazione”.

L’Italia ha recepito la Convenzione con la legge n.145 del 28 marzo 2001 ma non ha ancora predisposto gli strumenti per adattare il proprio ordinamento giuridico ai principi ed alle norme previste dalla stessa e dai Protocolli. I sei articoli del disegno di legge all’esame del Senato disciplinano il consenso informato stabilendo che nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito senza il consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge.
Vengono richiamati gli artt. 2 (diritto all’autodeterminazione), 13 (la libertà personale è inviolabile) e 32 (tutela della salute fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge) della Costituzione e gli artt. 1, 2 e 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Si promuove e valorizza la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico, che trova il suo presupposto nel consenso informato nel quale si incontrano l’autonomia decisionale del paziente e la competenza, l’autonomia professionale e la responsabilità del medico. Il consenso deve essere espresso in forma scritta ma, qualora le condizioni fisiche del paziente non consentano di rispettare la forma scritta, si riconosce validità anche alla videoregistrazione o a dispositivi che consentano alla persona con disabilità di comunicare.

Viene riconosciuto ad ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere il diritto di rifiutare qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario indicato dal medico per la sua patologia come anche il diritto di revocare in qualsiasi momento il consenso prestato, anche quando la revoca comporti l’interruzione del trattamento, comprese la nutrizione e l’idratazione artificiali.
Il medico è tenuto a rispettare la volontà del paziente di rifiutare il trattamento sanitario o di rinunciarvi e per questo è esente da ogni responsabilità civile o penale.
Deve essere sempre garantita un’appropriata terapia del dolore con l’erogazione delle cure palliative.

Per quanto riguarda i minori, il consenso informato al trattamento sanitario è espresso o rifiutato dagli esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore, tenendo conto della volontà della persona minore, in relazione alla sua età ed al grado di maturità, e avendo come scopo la tutela della dignità.

Per l’interdetto, ai sensi dell’art. 414 del c.c., il consenso è espresso o rifiutato dal tutore, sentito l’interdetto ove possibile avendo sempre di mira la tutela della sua dignità.

Vengono previste e disciplinate le DAT, disposizioni anticipate di trattamento, intese come l’atto con il quale ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere può, in previsione di una futura incapacità di autodeterminarsi, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese nutrizione e idratazione artificiali.
Il dichiarante può anche indicare una persona di fiducia, il fiduciario, che ne faccia le veci e lo rappresenti nelle relazioni con il medico e le strutture sanitarie.

Il medico è tenuto al rispetto delle DAT le quali potranno essere disattese, in tutto o in parte, in accordo con il fiduciario, qualora esse appaiano palesemente incongrue o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente ovvero sussistano terapie non prevedibili all’atto della sottoscrizione, capaci di offrire concrete possibilità di miglioramento delle condizioni di vita.
Le DAT devono essere redatte per atto pubblico, o per scrittura privata, e sono esenti dall’obbligo di registrazione, dall’imposta di bollo e da qualsiasi altro tributo, imposta, diritto o tassa. Come per il consenso informato anche per le DAT è previsto che, qualora le condizioni del paziente non consentano l’impiego della forma scritta, possono essere espresse anche attraverso videoregistrazione o dispositivi che consentano alla persona di comunicare.

In qualunque momento le DAT si possono rinnovare, modificare o revocare. Torna la centralità della dimensione relazionale nella pianificazione delle cure condivisa tra paziente e medico, alla quale il medico è tenuto ad attenersi qualora il paziente venga a trovarsi nella condizione di incapacità.

Necessità di chiarimenti sembrano emergere in relazione al ruolo del medico, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri si esprime a favore della legge ma pone come condizione che venga rispettato il codice deontologico e l’autonomia del medico. Per evitare ogni tipo di confusione sottolineiamo che testamento biologico e disposizioni anticipate di trattamento non sono sinonimi di eutanasia né di suicidio assistito, si tratta semplicemente del diritto riconosciuto al cittadino di scegliere a quali trattamenti sottoporsi in caso non fosse più in grado di intendere e di volere e in quanto tale riguarda la libertà e la dignità di ognuno di noi.

Luca Moroni, presidente della Federazione Cure Palliative ha dichiarato che “per l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono circa 330 mila, in Italia, i malati senza speranza di guarire, curati con terapie non risolutive. A queste bisogna aggiungere chi, non stimabili in anticipo, subiranno un incidente, come è successo a Eluana Englaro e dj Fabo. Persone che potrebbero finalmente mettere nero su bianco, per esempio, quando e come vogliono morire, se vogliono stare a casa o in ospedale, se subire o no la tracheotomia. Intanto bisogna garantire a tutti il diritto alle cure palliative, cui accede, oggi, solo una persona su tre”.
Diritto civile di autodeterminazione che purtroppo oggi viene riconosciuto solo a quanti hanno la disponibilità economica per medici, avvocati, e un viaggio al di là dei confini del nostro Paese.


Scritto da Roberta Adolfi - Pubblicato nel numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

giovedì 20 aprile 2017

NUOVE MISURE URGENTI

PER RAFFORZARE LA SICUREZZA URBANA, LA VIVIBILITÀ DEI TERRITORI E IL DECORO DELLE CITTÀ


È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge 20 febbraio 2017, n. 14, recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle Città”.

Il Decreto, che contiene norme per garantire la sicurezza nei centri cittadini, e che definisce la sicurezza urbana quale bene pubblico, è diretto a realizzare una cooperazione rafforzata tra Prefetti e Comuni al fine di attuare nuove modalità di prevenzione e di contrasto all’insorgere di fenomeni di illegalità quali, ad esempio, lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, il commercio abusivo e l’illecita occupazione di aree pubbliche; in tal modo incrementando i servizi di controllo del territorio e promuovendone la valorizzazione.
L’apparato sanzionatorio ammnistrativo viene rafforzato, anche in relazione all’esigenza di garantire la libera accessibilità e fruizione degli spazi e delle infrastrutture delle Città, prevedendo, tra l’altro, la possibilità di imporre il divieto di frequentazione di determinati pubblici esercizi e aree urbane ai soggetti condannati per reati di particolare allarme sociale.

Centralità assume la nozione di sicurezza urbana, definita del decreto legge come il bene pubblico relativo alla vivibilità e al decoro delle Città. La sicurezza urbana non può essere garantita con le sole misure punitive, messe in atto dalle forze di polizia, ma sono necessarie attività costruttive e propositive che coinvolgono anche l’apparato amministrativo, chiamato a realizzare i più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile della comunità, attraverso la riqualificazione e recupero delle aree o dei siti più degradati, l’eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale, la prevenzione della criminalità, la promozione del rispetto della legalità.

In particolare, nasce il Comitato metropolitano, un organismo ad hoc co-presieduto dal Prefetto e dal Sindaco, e deputato all’analisi, valutazione e confronto sui temi di sicurezza urbana. I patti per la sicurezza urbana, sottoscritti tra il Prefetto e il Sindaco, avranno, quindi, lo scopo di individuare interventi per la sicurezza urbana al fine di:
- prevenire fenomeni di criminalità, attraverso servizi e interventi di prossimità, in particolare a vantaggio delle zone maggiormente degradate;
- promuovere il rispetto della legalità, anche mediante iniziative di dissuasione di ogni forma di condotta illecita, comprese l’occupazione arbitraria di immobili e lo smercio di beni contraffatti o falsificati, nonché la prevenzione di altri fenomeni che comunque possano turbare il libero utilizzo degli spazi pubblici;
- promuovere il rispetto del decoro urbano, anche valorizzando forme di collaborazione tra le amministrazioni competenti, finalizzate all’individuazione di aree urbane su cui insistono musei, aree e parchi archeologici, complessi monumentali o altri istituti e luoghi di cultura interessati da consistenti flussi turistici, o adibite a verde pubblico, da sottoporre a particolare tutela.

Nel decreto sono rafforzati i poteri di intervento dei Sindaci. Il Sindaco, quale rappresentante della comunità locale, potrà adottare ordinanze urgenti dirette a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana. In particolare, per tutelare la tranquillità ed il riposo dei residenti in determinate aree urbane interessate da notevole afflusso di persone, anche per lo svolgimento di specifici eventi, potrà attuare interventi sugli orari di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche.
E’ stato introdotto, al riguardo, il divieto di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di anni 18 ultrasedicenni (precedentemente tale divieto era previsto per la sola “vendita”). Va ricordato che il divieto suddetto riguarda i minori di anni 18 ultrasedicenni, in quanto la somministrazione di alcolici ai minori di anni 16 è sanzionata penalmente dall’art. 689 c.p.

Il Sindaco, inoltre, può ora emanare ordinanze urgenti dirette a prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana, contrastando situazioni che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi o di illegalità, quali lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, l’accattonaggio con impiego di minori e disabili, o fenomeni di abusivismo, quale l’illecita occupazione di spazi pubblici, o di violenza, anche legati all’abuso di alcool o all’uso di sostanze stupefacenti.

Ai fini della tutela della sicurezza e del decoro urbano, il Sindaco potrà applicare una sanzione amministrativa pecuniaria, i cui proventi sono devoluti al Comune e destinati all’attuazione di iniziative di miglioramento del decoro urbano, nei confronti di chiunque ponga in essere condotte che limitano la libera accessibilità e fruizione delle infrastrutture ferroviarie, aeroportuali, marittime e di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano e delle relative pertinenze (musei, aree e parchi archeologici, complessi monumentali, scuole, plessi scolastici e siti universitari, altri istituti e luoghi della cultura interessati da consistenti flussi turistici, ovvero adibite a verde pubblico), in violazione dei divieti di stazionamento o di occupazione di spazi ivi previsti.

Al trasgressore è fatto ordine di allontanamento dal luogo in cui è stato commesso il fatto, per 48 ore ovvero 6 mesi fino ad un massimo di due anni (cd. “Daspo urbano”). Giova comunque precisare che la disposizione in esame non è diretta a colpire i clochard, che si riparano dal freddo nelle stazioni, ma colpisce coloro che, nei luoghi indicati, vengono trovati in stato di ubriachezza, che compiono atti contrari alla pubblica decenza, che esercitano il commercio abusivo ovvero esercitano l’attività di parcheggiatore o guardia-macchine abusivo.

Contro le occupazioni arbitrarie di immobili, fonte di forti tensioni sociali e di situazioni di illegalità, il Prefetto potrà impartire apposite disposizioni per contemperare l’esigenza di dare esecuzione ai provvedimenti giudiziari di sgombero di edifici abusivamente occupati con le esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, nonché con quelle di garanzia dei diritti fondamentali della persona, prevenendo possibili turbative all’ordine e alla sicurezza pubblica ed assicurando il concorso della forza pubblica alle operazioni di sgombero.

Ulteriori misure di polizia riguardano il contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti all’interno o in prossimità di locali pubblici, aperti al pubblico e pubblici esercizi, attraverso il ricorso alla misura di prevenzione del cd. “Daspo”, che può essere emesso anche indipendentemente da una condanna penale. Il questore potrà disporre nei confronti dei soggetti condannati per reati di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope, anche se si tratta di minori ultraquattordicenni, il divieto di accesso o stazionamento nei locali in cui sono stati commessi gli illeciti, ovvero nelle loro immediate vicinanze.
Nei confronti di tali soggetti, oltre al divieto di accesso, il questore potrà comminare, singolarmente o cumulativamente, una o più sanzioni, quali l’obbligo di presentazione presso gli uffici della Polizia di Stato o dei Carabinieri, l’obbligo di rientro nella propria abitazione entro una determinata ora e di non uscirne prima di altra ora prefissata, il divieto di allontanarsi dal Comune di residenza (obbligo di soggiorno), l’obbligo di presentazione alla Polizia negli orari di entrata e di uscita degli istituti scolastici.

Sono state, inoltre, introdotte misure contro il deturpamento e l’imbrattamento di immobili pubblici o mezzi di trasporto o cose di interesse artistico (art. 639 c.p.), le quali prevedono la possibilità per il giudice di disporre il ripristino o la ripulitura dei luoghi, ovvero l’obbligo alla rifusione delle spese derivanti dal risarcimento del danno, nei confronti di chi si macchia di atti contro il decoro urbano (contrasto al fenomeno dei writers).
E’ stato anche ripristinato (fino al 30 giugno 2020) l’arresto in flagranza differita e l’applicazione delle misure coercitive nei confronti degli imputati di reati commessi in occasione di manifestazioni sportive e/o pubbliche. E’ stata prevista la possibilità di utilizzare il cosiddetto braccialetto elettronico nei confronti dei destinatari della misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza che a ciò abbiano prestato, naturalmente, esplicito consenso.

E ancora, sono state previste multe salate anche per i parcheggiatori abusivi, e se nell’attività sono impiegati minori, o nei casi di reiterazione, la sanzione raddoppia. Quanto previsto nell’illustrato decreto legge, pertanto, si presta a garantire un efficace piano globale di sicurezza a tutela dei cittadini, in ossequio all’obiettivo perseguito dal Ministro Minniti, firmatario del decreto stesso: “affinché una piazza sia sicura la notte, è senza dubbio necessario che sia presidiata della Polizia. Ma anche che quella piazza sia illuminata e resa agibile da politiche sociali di inclusione, oltre che di decoro urbano”.

Scritto da Manuela Rapino - Pubblicato sul numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

mercoledì 19 aprile 2017

LA LABIRINTITE

Per labirintite si intende un’infiammazione dei canali semicircolari, strutture che costituiscono l’orecchio interno. Si manifesta con una compromissione vistosa dell’equilibrio e possibili alterazioni della capacità uditiva.

Questa malattia può colpire tutte le fasce d’età ed è altamente disturbante e invalidante: oltre alle vertigini comporta nausea, vomito, ansia (fino all’attacco di panico, che talvolta può essere premonitore), aumento della salivazione (scialorrea) e malessere generalizzato.

Le cause sono prevalentemente infettive: i batteri sono il più delle volte responsabili in età pediatrica; nei bambini la labirintite può derivare infatti da un’otite media, acuta o cronica, o rientrare in un quadro più ampio di meningite purulenta. Negli adulti sono prevalenti le infezioni virali (virus erpetici, influenzali, coxackie, virus della parotite).
Cause più rare sono traumi cranici, reazioni a farmaci, alcolismo.

È importante in ogni caso che il medico differenzi la labirintite dalla miriade di altre affezioni accomunate da vertigini, quali per esempio la sindrome di Menière, malattie vascolari che compromettono l’afflusso di sangue all’orecchio interno, malattie neurologiche come il Parkinson, ipoglicemia e disturbi dovuti al movimento come il mal d’auto, il mal di mare e così via.
Disorientamento spaziale, instabilità, capogiro, sbandamento sono tutte espressioni utili a descrivere le classiche sensazioni caratterizzanti le vertigini, che sono il sintomo principale della labirintite.

Al di là delle singole esperienze talvolta fortemente caricate di emotività, però, è bene sempre ricordare che anche le vertigini sono un sintomo e pertanto richiedono un’attenta valutazione. Alla compromissione dell’udito che spesso accompagna le vertigini, si aggiungono il più delle volte acufeni, cioè fischi non prodotti da sorgenti sonore ma generati dall’orecchio stesso a seguito del processo infiammatorio. Le complicazioni sono legate alla causa.
È evidente che un’infezione dell’orecchio o sistemica deve essere opportunamente diagnosticata e curata prima che possa determinare danni irreversibili, a partire dalla sordità.

Altre complicazioni possono essere conseguenti alle vertigini: cadute o sbandamenti improvvisi, vomito, disturbi dell’umore e così via. Le infezioni batteriche richiedono la somministrazione di una terapia antibiotica specifica, che presuppone l’identificazione del microrganismo responsabile.
A seconda dei casi può essere opportuno il ricorso a farmaci sintomatici, per contrastare il vomito (antiemetici) e controllare l’ansia.
Il medico deve essere consultato al primo insorgere di vertigini e disturbi dell’equilibrio, sia perché comportano un disagio notevole in grado di interferire con una vita normale, sia perché sono segnali importanti e potenzialmente correlati a una disfunzione dell’orecchio interno.

Scritto da Emanuele Nobili - Pubblicato sul numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

martedì 18 aprile 2017

SESSUALITÀ E AFFETTIVITÀ

Salve,
sono una ragazza di 20 anni. Vorrei chiedere aiuto. Attualmente, ho rapporti sessuali con un ragazzo, non stiamo insieme ma credo che lui mi piaccia. Quando mi piace una persona non sono me stessa quando restiamo soli, mi blocco su tutto. Abbiamo un rapporto strano, siamo colleghi universitari; quando l’ho conosciuto era fidanzato ma già allora flirtavamo. Anche in quel periodo io mi sentivo bloccata, dato che non la ritenevo una cosa giusta (lo sapevamo entrambi).
Adesso si sono lasciati, ma le mie resistenze persistono: non mi sento libera di abbracciarlo o di dargli un bacio sulla guancia, cosa che lui fa spesso con me. Non sono esperta sul sesso, non ho molte esperienze ma ho notato di avere un problema, non riesco a stare sopra. Mi sento osservata e in soggezione, due cose che odio. Ne ho parlato con lui, non mi prende in giro, anzi è molto paziente; non voglio, però, che la nostra relazione alla lunga ne risenta.
Mi dispiace anche perché comunque fa sempre tutto lui, dato che mi rifiuto di stare sopra, giungendo alla fine dell’incontro intimo esausto. Potreste darmi dei consigli? Io voglio riuscire a godermi quella posizione senza vergognarmi, ma non mi so muovere; ha provato anche lui a spiegarmi come si fa ma nessun risultato. Non è una questione “fisiologica” perché so che fisicamente ci posso riuscire. Il mio problema ha origine psicologica, me lo sento.
Grazie in anticipo. Marilena

Gentile Marilena,
in considerazione della sua giovane età è perfettamente naturale che ci siano dei dubbi inerenti la sessualità, dal momento che in questa fase lei si trova a sperimentare il suo corpo e il rapporto con l’altro. Aldilà degli aspetti legati all’emozione e all’impaccio delle prime volte però sembra che ciò che sperimenta sia una difficoltà di natura diversa che riguarda maggiormente il rapporto con se stessa e con il suo corpo; in tal senso, è verosimile che con il trascorrere del tempo la situazione possa gradualmente migliorare, parallelamente all’aumentare della confidenza e dell’intimità con questa persona (un fattore importante per una buona intesa sessuale è infatti il livello di intimità e complicità delle due persone coinvolte).
Se dovesse notare un aumento dell’ansia o delle preoccupazioni nel corso del tempo potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicosessuologico, che possa aiutarla a comprendere meglio quali siano le reali e più profonde motivazioni alla base di questa sua difficoltà.
Sperando di aver risposto almeno in parte alla sua richiesta, le invio un cordiale saluto e augurio e le ricordo che qualora lo desiderasse può usufruire del nostro servizio di consulenza telefonica, anonimo e gratuito (tel. 0645540806, lun., mart., giov. dalle 14 alle 19) dove esperti psicologi potranno ascoltarla.

Scritto da Gaetano Gambino Società Italiana di Sessuologia e Psicologia (SISP)

Ogni mese diversi esperti risponderanno alle vostre domande su qualsiasi tematica legata alla sessualità e all’affettività, che potranno essere inviate all’indirizzo e-mail: corace@sisponline.it

Pubblicato sul numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

lunedì 17 aprile 2017

LA PROCESSIONARIA DEI PINI: UN BRUCO INSIDIOSO

… una farfalla notturna le cui larve fitofaghe, dotate di istinto gregario, danneggiano le conifere e risultano molto pericolose per l’uomo e gli animali a causa dei loro peli fortemente urticanti.


Con l’avvento delle temperature più miti e, pertanto, già dalla fine dell’inverno è possibile poter osservare, insieme al risveglio del mondo vegetale, nei suoi molteplici e stupefacenti singoli aspetti, anche quello faunistico e quello incredibile che comprende i diversi insetti, utili e nocivi.
Infatti, oltre ad alcune segnalazioni di ignari curiosi e l’osservazione personale (già dal mese di febbraio u.s.) della presenza di bruchi in fila indiana, nel nostro territorio e in prossimità di alberi di pino, molte altre hanno fatto seguito e tuttora (aprile), attraverso gli attuali mezzi di comunicazione, fanno notizia le varie “grida” di allarme e le emergenze che, da numerose località di diverse Regioni d’Italia, vengono rivolti alle istituzioni locali e agli stessi cittadini, al fine di poter contribuire a fronteggiare l’azione insidiosa delle larve (forse poco note) di tale insetto che, rappresenta un nemico dei pini e un pericolo per gli animali, l’uomo e, soprattutto, per i bambini.

Si tratta della processionaria dei pini (Thaumetopoea pityocampa) le cui larve (o bruchi) sono in grado, se vengono a contatto con i vari animali e con l’uomo, di scatenare reazioni allergiche, tra cui dermatiti, orticarie e congiuntiviti nonché problemi seri alle vie respiratorie; e va, comunque, precisato che in casi di gravi attacchi si può anche verificare uno shock anafilattico.

Al fine, quindi, di fronteggiare utilmente l’insidioso insetto, incredibilmente pericoloso per i nostri più comuni animali (cani e gatti) e, soprattutto, per i tanti nostri bambini, visto che è ospite di alberi che formano per lo più il verde pubblico e risultano presenti in vari parchi, ville e giardini, sembra opportuna oltre che importante una sua maggiore conoscenza per poter preservare la salute.
La processionaria dei pini (Thaumetopoea pityocampa), ad ogni modo, è un insetto ossia una farfalla dell’Ordine dei Lepidotteri, appartenente alla famiglia Notodontidae, diffuso in Eurasia e in Nord-Africa.

Dal punto di vista morfologico possiamo dire che, allo stadio immaginale (cioè da adulti), queste farfalle si presentano con dimensioni medie ed un corpo tozzo ricoperto di peluria, con livree (l’insieme dei colori) di colore non mai vistosi ma spesso eleganti, per la delicatezza delle tinte e per i fini ornamenti che si possono osservare sulle loro ali. Le antenne hanno uno sviluppo medio e risultano filiformi e di tipo pettinato; la loro tromba, cioè la struttura boccale usata per la suzione, è ridotta e le abitudini sono decisamente crepuscolari o notturne.

La sua area di diffusione è vasta e per questo comprende verosimilmente quasi tutto il mondo, con specie reperibili sia nei territori a clima caldo sia in quelli a clima temperato o temperato-freddo. L’Europa, comunque, ospita poche ma dannose e ben note specie appartenenti al genere Thaumetopoea.
Va sottolineato che, più che gli adulti, sono conosciute le sue larve:
a) per i danni che possono provocare alle piante, delle cui foglie (aghiformi) si nutrono;
b) per i peli urticanti ed insidiosi di cui sono dotati;
c) per l’abitudine che hanno di spostarsi di notte, in massa, disponendosi su una o su più file ordinate e regolari, muovendosi lentamente, come in processione, dietro la prima larva che fa da guida al corteo.

È proprio a questa loro singolare abitudine, infatti, che devono il loro nome di processionarie, con cui sono comunemente ed inequivocabilmente note e distinte. In Italia, ad ogni modo, risultano presenti due specie: Thaumetopoea pityocampa, che è un parassita delle diverse specie di pino, dei larici e dei cedri del Libano e Thaumetopoea processionea che, invece, risulta un parassita delle diverse specie di quercia; essa si presenta un poco più piccola della precedente ma, è anch’essa, purtroppo, dotata di micidiali peli urticanti.

Dal punto di vista biologico possiamo dire che gli adulti della processionaria dei pini (T. pityocampa), come già accennato, sono farfalle con una apertura alare di circa 3 – 4 cm e con livrea grigiastra (con piccole strisce sinuose trasversali e macchiette scure e chiare alle ali anteriori, mentre le posteriori sono brunastre, con una macchia nera al margine distale).
Le femmine si riconoscono facilmente dai maschi in quanto posseggono un vistoso ciuffo di peli argentei posti all’estremità dell’addome, mentre nei maschi i peli sono di colore giallo.

Gli adulti sfarfallano normalmente in luglio e, sebbene compaiano in numero elevato, risulta difficile avvistarli in quanto trascorrono molte ore del giorno in riposo, ben mimetizzati, sui tronchi e sui rami degli alberi di pino; essi entrano in attività al tramonto allorquando volano e si accoppiano di notte. Le femmine fecondate poi depongono, all’apice dei rami più alti, le loro uova, fino ad oltre 150 per ciascuna femmina, saldandole alla base delle foglie (aghiformi) e coprendole con i peli argentei addominali. Le uova, così disposte, formano dei manicotti lunghi fino a 3 cm intorno al rametto.
Verso la fine di agosto nascono le giovani larve che, animate da spirito gregario, iniziano tutte insieme a rodere le foglie emettendo continuamente fili sericei che formano una trama fitta intorno alla base del rametto ed agli aghi residui. Così continuando (a spostarsi, a mangiare e ad emettere seta) le larve costruiscono un nido a forma di fiasco a trama molto fitta e più volte concamerato internamente. Qui le larve trascorrono la stagione fredda in stato di quiescenza.
Con i primi tepori (fine inverno-inizio primavera) cambiano abitudine ma non perdono l’istinto gregario per cui iniziano le loro famose processioni scendendo dall’albero, laddove sono nate, per portarsi su altri alberi, distanti anche decine di metri, per divorare le foglie (aghiformi).

Dopo essersi cibate riformano il “corteo” e tornano al nido. Sia all’andata che al ritorno emettono continuamente un filo di seta che traccia una specie di sentiero utile per trovare e ritrovare la giusta via. Alla maturità, che viene raggiunta attraverso diversi stadi vitali (4 - 5), le larve presentano una lunghezza di 4 cm circa, hanno un capo grosso e nero con fine peluria rossastra; il torace e l’addome, forniti di robuste pseudo-zampe, sono invece grigiastri e nella porzione dorsale risultano presenti numerosi piccoli tubercoli portanti densi ciuffi di peli arancioni.
Ciascun segmento addominale porta poi una fossetta sulle cui pareti sono posti brevi peli fulvi fortemente urticanti che si staccano facilmente spargendosi nell’ambiente dove le larve vivono o transitano. Tali peli, come già accennato, sono capaci di provocare disturbi anche gravi a tutti gli esseri vertebrati compreso l’uomo e per questo risulta molto pericoloso toccare tali larve, o i “bruchi”, della cosiddetta processionaria, né maneggiare incautamente i loro vistosi e grandi nidi argentei.

Infatti, sulla pelle, dove si infiggono i loro peli o i frammenti di peli compare, normalmente, un eritema papuloso, fortemente pruriginoso, che perdura alcuni giorni; danni più gravi si determinano quando tali peli giungono negli occhi, nella mucosa nasale e della bocca, nelle vie respiratorie oppure nel tubo digerente. Si possono avere oftalmie assai gravi, stomatiti, bronchiti, gastroenteriti, ecc., le quali si risolvono, generalmente, entro un maggiore o minore lasso di tempo, ma che, sia pure in casi rari, possono avere uno sviluppo o assumere un andamento piuttosto grave tanto da poter condurre, lo sfortunato soggetto colpito (sia esso uomo o animale) anche alla morte.

Le notizie di questi ultimi giorni (1º decade di aprile), infatti, riguardano alcune località di Pesaro, Pisa, Forlì, Ravenna, Latina, ecc, laddove bambini ignari del pericolo e a causa di incauti contatti con tali bruchi, nell’ambito di giardini e cortili delle loro scuole, sono stati sorpresi piangenti - bisognosi di soccorso o ricovero, mentre un cane subiva l’intervento chirurgico in bocca. Le emergenze, peraltro, risultano numerose in primavera quando l’attività di tale parassita è particolarmente dinamica, tant’è che in questo periodo dell’anno si presenta allo stato larvale e appare a noi come fosse un “millepiedi”. La sua comparsa, in genere, inizia da metà febbraio a tutto marzo anche se, come noto, dipende dalle temperature.
A febbraio, infatti, uno dei mesi più caldi della media degli ultimi anni, è stato possibile osservare già le larve in processione (in fila indiana).

Le larve giunte a maturità (ultimo stadio), sempre in fila indiana, abbandonano il nido, perdono lo spirito gregario e si portano singolarmente verso terra dove ciascuna si scava una buca, profonda 10-15 cm circa, laddove si tesse un sottile bozzolo e si trasforma in crisalide. In luglio si ha lo sfarfallamento, l’accoppiamento e l’ovideposizione con l’inizio di un nuovo ciclo biologico. Il danno, comunque, è determinato dalle larve fitofaghe (defogliatrici) che, a seconda della loro età, si comportano in modo diverso, per cui:
a) le larve giovani, (delle prime tre età) scheletrizzano le foglie, lasciando un “filo” centrale, corrispondente alla nervatura della foglia (aghiforme), il quale necrotizza e dissecca e viene inglobato all’interno del nido “estivo”;
b) le larve mature (del 4º e 5º stadio) defogliano completamente i rametti, mangiando interamente gli aghi e producendo effetti devastanti o disastrosi in caso di forti attacchi. L’attacco, quindi, specialmente se massiccio, determina un notevole indebolimento dell’albero provocando altresì gravi stress fisiologici alle piante; queste, tra l’altro, divengono molto recettive agli altri fitofagi (Scolitidi) ed alle malattie fungine lignicole (Carie).

La presenza di questi fitofagi su piante collocate in parchi e giardini pubblici (o privati) provoca, oltre al danno diretto, anche spiacevoli conseguenze dovute alle su accennate larve munite di peli urticanti i quali possono cadere dai nidi che, in primavera, si aprono per lasciare uscire le larve oppure possono essere liberati dalle stesse larve e “galleggiare” nell’aria per depositarsi poi al suolo oppure sugli “arredi” dei diversi giardini e parchi.
In queste condizioni la popolazione che fruisce di tali parchi/giardini (uomini adulti, bambini e animali) può subire danni, da parte dei peli urticanti, a livello di mucose (vie respiratorie ed occhi) e per contatto dermale esterno. Tali peli, infatti, contengono sostanze che liberano l’istamina (una molecola organica che riveste un ruolo importante nel nostro organismo) la quale, come è noto, provoca delle infiammazioni e reazioni allergiche anche molto gravi (shock anafilattico, come già accennato).

La processionaria dei pini, diffusa quasi ovunque in Italia e nel resto dell’Europa, causa danni assai ingenti nelle foreste di conifere ed è particolarmente lesiva quando si insedia su piante giovani. Nonostante molti nemici naturali (come Ditteri, Imenotteri endofagi e Formicidi) la specie non è sufficientemente contrastata nel suo sviluppo.
L’uomo, con le opportune cautele, interviene con asportazioni manuali dei nidi invernali, raccolti normalmente in febbraio. I nidi un tempo venivano distrutti subito con il fuoco o con altri mezzi convenienti e vantaggiosi. In seguito, tuttavia, si capì che così operando si distruggevano anche i parassiti naturali delle processionarie, penetrati nei nidi; per cui attualmente i nidi vengono conservati per un certo tempo, otturando le aperture con apposite reti, per consentire la fuoriuscita dei loro parassiti ma non delle larve.
Oggi, ad ogni modo, si tende a potenziare la lotta biologica (o entomofaga) mediante l’installazione di nidi di Formica rufa, F. polyctena, F. lugubris, F. aquilonia, attive predatrici delle larve di T. pityocampa, dalle nostre Alpi all’Appennino. Il Corpo Forestale dello Stato, infatti, in collaborazione con l’Istituto di Entomologia dell’Università di Pavia, le ha potute sperimentare con successo nei diversi programmi di controllo naturale nei confronti della processionaria dei pini.

In Italia, la lotta alla processionaria del pino è obbligatoria in tutto il territorio nazionale ai sensi del D. M. del 30 ottobre 2007 (Pubbl. in G.U. del 16 febbraio 2008, n. 40.), che attribuisce i relativi compiti al Servizio Fitosanitario Regionale e distingue l’aspetto fitosanitario da quello legato, invece, alla prevenzione dei rischi sanitari relativi alla salute delle persone e degli animali.
La lotta contro T. pityocampa non è facile in quanto:
a) è un lepidottero che vive in ambienti forestali, anche di grande dimensione, che si possono considerare degli ecosistemi naturali (boschi o foreste);
b) è un insetto che vive su piante di interesse paesaggistico, in ambienti urbani e nei pressi ad es. di scuole e di ospedali con dimensioni, spesso, tali da rendere quasi impossibile ogni trattamento diretto per cui, in tali casi, gli interventi possono risultare difficili tecnicamente e/o impossibili anche per la mancanza di principi attivi registrati per ambienti urbani e pubblici.

Attualmente, i principali mezzi di lotta possibili sono di tipo: fisico-meccanici, chimici, biologici e biotecnologici. La lotta fisico-meccanica consiste nella distruzione dei nidi invernali e, in ogni caso, tale tecnica è in realtà difficoltosa perché i nidi, normalmente posti in alto, non sempre sono raggiungibili su piante di grandi dimensioni. Inoltre, la distruzione del nido deve essere eseguita con precauzione per il rischio di urticazioni gravi delle mucose, specialmente, se non si adottano adeguate misure preventive. In alcuni casi si può utilizzare un fucile da caccia in pieno inverno in modo da disorganizzare il nido e così le larve, non più protette, muoiono per il freddo.
La lotta chimica, biologica e biotecnologica si avvale per lo più di feromoni che consentono di effettuare:
1) catture di monitoraggio della popolazione del fitofago;
2) catture di massa con apposite trappole.

Le prime sono utilizzate per individuare sia il periodo di volo e di ovodeposizione sia la densità della popolazione per un eventuale intervento diretto. In tali casi la lotta chimica è diretta contro le giovani larve (agosto) e i prodotti da utilizzare sono i larvicidi. Si possono utilizzare, inoltre, anche prodotti biotecnologici come i regolatori di crescita chitino-inibitori (prodotti a base di diflubenzuron) da utilizzare nel momento di massimo volo, oppure alla schiusa delle uova ed in presenza delle giovani larvette. In alcuni contesti risulta molto efficace il Bacillus thuringiensis ssp. kurstaki, utilizzato come insetticida microbiologico che manifesta una notevole attività contro le larve defogliatrici.
Tale batterio può essere importante nella lotta in ambienti di grandi dimensioni e negli ecosistemi naturali per la sua efficacia e per la facilità di distribuzione, anche con il mezzo aereo. La lotta biotecnologica consiste anche nella cattura di massa, effettuata con i feromoni e le trappole sessuali.

Lo scopo è quello di catturare i maschi e ridurre i voli nuziali; così facendo le femmine deporranno uova non fecondate e, in poco tempo, si potrà avere una diminuzione della popolazione infestante. Le trappole ad imbuto, da usare verso la metà di giugno, rappresentano una tecnica molto interessante negli ambienti naturali, nei parchi e nei boschi, dove l’intervento chimico diretto risulta impossibile.

Per concludere, possiamo ben dire che i soggetti maggiormente a rischio sono i bambini e gli animali a noi più vicino (come cani, gatti e cavalli) in quanto, per loro, la processionaria non è altro che un animaletto del giardino che può suscitare semplicemente molta curiosità. Comunque, quando un soggetto colpito, oltre ai sintomi localizzati, manifesta anche il vomito è importante il ricovero in ospedale dove il medico saprà valutare un trattamento appropriato che può includere antistaminici, corticosteroidi e aerosol.

I cani (così come i gatti) si espongono al rischio annusando frugando nel terreno e fra l’erba per cui, inavvertitamente, possono venire a contatto o ingerire i peli urticanti delle larve e, in tal caso, il primo sintomo si presenta con una intensa ed improvvisa salivazione e con una infiammazione nella bocca.
Inoltre, i cavalli ed i cani che ingeriscono i peli urticanti, oltre all’ingrossamento della lingua, possono altresì manifestare la perdita di vivacità, la febbre, il rifiuto del cibo, il vomito e la diarrea (che può essere emorragica) per cui diventa fondamentale allontanare tempestivamente l’agente irritante dal cavo orale mediante un abbondante lavaggio della bocca con una soluzione di acqua e bicarbonato.

È di oggi, tra l’altro, l’ultima notizia riportata dai mass-media che evidenzia, quasi ovunque, una massiccia presenza di larve di processionaria e la morte, a Enna, di un Cocker colpito dai loro peli urticanti. Ad ogni modo, è verosimile pensare che una semplice passeggiata potrebbe davvero trasformarsi in tragedia non solo per un animale domestico ma anche per chi soffre semplicemente di un’asma. Infine, è importante, peraltro, informare il Servizio Fitosanitario e le altre Istituzioni locali che, potendo adeguatamente verificare e valutare l’effettiva pericolosità, sono in grado di produrre relative ordinanze idonee per imporre ad eventuali proprietari di aree e di piante o a chi per altre giuste ragioni risulta tenuto a mettere in atto adeguati ed efficaci interventi contro le insidiose larve a salvaguardia della salute.

Scritto da Giovanni Conca - Pubblicato sul numero 4 del 2017 nel "Il Corace"

domenica 16 aprile 2017

L’AMICO DEGLI ANIMALI : WEIMARANER

Weimaraner, è un cane da caccia e poi da compagnia in due versioni: a pelo lungo e a pelo corto, che dalla Germania ha conquistato l’America. Dagli anni ’50 oltreoceano impazziscono per lui e non solo come cane da caccia, in particolare da ferma, come è nato, ma come cane da compagnia e con mille altre abilità.

Le origini del Weimaraner sono in Germania. Lì infatti ne nasce la versione ultima, quando attorno al XVIII secolo il Granduca Carl August, detto “il cacciatore tra i re ed il re tra i cacciatori”, ha voluto una razza tutta sua per cacciare nelle foreste della Turingia. Anche il nome del Weimaraner è legato alla corte di Weimar.
Un certo antenato diretto di questo cane è però francese: il Cane Grigio di Saint Louis. Questa razza ci porta nel XIIIesimo secolo, in Francia, con Luigi IX che porta da una crociata nel Nord Africa questa razza che, una volta arrivata in Germania in seconda battuta, incrociata con altri cani da caccia, forse il pointer, da vita al Weimaraner. Dopo l’incrocio la razza ha subito altre leggere variazioni ma era già lei, infatti già nel 1897 nasce il club tedesco del Weimaraner, ma solo dopo non poche difficoltà ha ottenuto il riconoscimento ufficiale. È dovuta passare una guerra, anzi due guerre mondiali, e poi il tempo di riprendere il lavoro di selezione.

È il 1951 quando il Weimaraner ha il suo standard. Una gran fatica e una attesa pesante, dato anche il rischio di estinguersi durante i conflitti mondiali, tutto però ripagato dal gran successo negli USA. Tuttora sono registrate 500 nascite al mese e il Weimaraner non è solo cane da caccia ma in quella terra è sinonimo anche di cane guida, contro il narcotraffico, da guardia, cane poliziotto, esperto in Agility dog e compagno di vita.

Il Weimaraner è un cane da caccia di taglia medio-grande, al garrese misura circa 60-65 cm e pesa dai 30 ai 40 Kg, se maschio, altrimenti 25-35 kg, se femmina. Ha tutto l’aspetto da bracco quale è, ha un corpo allungato e una muscolatura ben sviluppata.
La coda viene spesso tagliata, anche se oggi non è più permesso, ha un aspetto equilibrato e armonioso, colpiscono i suoi occhi color ambra, di espressione intelligente, che nei cuccioli hanno un color azzurro cielo.
Il pelo è molto fine, i colori ammessi per questa razza sono: grigio argento, grigio capriolo, grigio topo e tonalità intermedie tra questi colori. La tonalità costante sul grigio, e la sua agile leggerezza, ha fatto sì che gli si appioppasse il soprannome di “fantasma grigio”. Negli USA, dove è tanto amato. Al di là del colore, e vedremo che ne esiste anche una rara versione blu, la razza del Weimaraner è suddivisa in due varietà: quella “a pelo corto” e quella “a pelo lungo”.

Weimaraner a pelo lungo.
Nasce per caso mentre tra Francia e Germania si fanno incroci tra vari cani da caccia e l’antenato francese Cane Grigio di Saint Louis. Accade spesso che poi sbuchi un carattere genetico diverso, e così è stato per il Weimaraner a pelo lungo. Il primo esemplare di questa varietà è comparso per la prima volta a un’esposizione internazionale canina a Vienna nel 1934. Resta però la versione meno comune del Weimaraner che è solito sfoggiare un mantello corto.

Weimaraner a pelo corto.
Chi lo vede in giro, per lo meno in Italia, lo vede a pelo corto il Weimaraner. Questa varietà nasce più o meno in contemporanea con l’altra ma spopola di più.

Per il resto, al di là della lunghezza del pelo, le alterazioni non hanno portato a forti cambiamenti delle sembianza: colore del mantello, orecchie, zigomi e coda restano di uguale forma.

Weimaraner blu. Lo standard del Weimaraner indica come toni del pelo il grigio argento, il grigio capriolo o il grigio topo, come pure tutte le sfumature intermedie fra queste tinte. Di solito la testa e le orecchie sono più chiari e ci può essere una striscia sul dorso, ma non sono ammesse macchie bianche se non sulle dita e piccolissime. E cosa centra il blu? Si parla sempre e solo di grigio ma sembra che questo colore sia piaciuto agli appassionati di Weimaraner che se lo sono visto in questa versione. In Italia non c’è, ma il Weimaraner blu va molto in America.

Weimaraner carattere
Ha un carattere protettivo e delizioso. Una razza che è capace di creare un buon rapporto con tutti i membri della famiglia. È ubbidiente con il padrone, ma anche dolce e paziente con i bambini. Anche se nasce come cane da caccia, ha un’ottima predisposizione alla guardia grazie alla sua forte territorialità e alla compagnia, vista la sua dolcezza.
Abbiamo detto che il Weimaraner è un cane molto docile ma è anche orgoglioso e diffidente. Quindi facilmente addestrabile ma è meglio educarlo e farlo socializzare fin da subito con le persone, altrimenti può crescere troppo diffidente. Le sue belle doti lo hanno reso con il tempo un cane utile apprezzato per molte attività diverse da quella venatoria.
Oggi è impiegato nella protezione civile e nella ricerca delle persone scomparse, come cane molecolare per la peth therapy e da compagnia. Può essere tenuto sia in casa che in giardino. Anche se, essendo un cane da caccia e molto irruento, va fatto muovere molto. Esige 3 passeggiate al giorno se tenuto in appartamento. Se lo si lascia a briglia sciolta può diventare un rosicchiatore di mobili o un dispettoso che fa pasticci quando lasciato solo in casa. E’ un cane docile, però, va educato.
Importante anche che fin da piccolo un Weimaraner abbia una socializzazione accurata, sia con persone sia con altri cani, data la sua naturale diffidenza verso gli estranei che potrebbe altrimenti far emergere delle punte aggressive. Come già detto nei precedenti articoli parlando di cani da caccia, è un cane forte, robusto e senza particolari predisposizioni a malattie genetiche. Può essere delicato nel suo apparato cutaneo, anche se con una buona alimentazione non mostrerà mai particolari patologie cutanee. Quindi come sempre ho detto, va tenuto cura della sua alimentazione chiedendo al nostro amico Veterinario.

I parti di solito sono numerosi e senza distocie (senza problemi nel parto). I cuccioli di solito sono forti, vivi e vitali e vanno vaccinati e sverminati dal nostro amico Veterinario a 50 giorni di vita. Il suo carattere come detto esige un’educazione di base da impartire fin dalla giovane età, per evitare problemi caratteriali nell’età adulta (sono cani che si viziano facilmente). Comunque, come detto, sono cani amabili, teneri e bellissimi. Trovarli per adottarli non è difficile, anche se conviene sempre chiedere un giudizio al nostro amico Veterinario prima di acquistarne uno, proprio per evitare brutte sorprese.
Infatti, essendo una razza molto bella, ci sono tante copie di allevatori che si improvvisano solo per una questione economica non garantendo, come ogni bravo allevatore, gli standard di razza.

Saluti dall’AMBULATORIO VETERINARIO SAN VALENTINO ambvetsanvalentino@virgilio.it

Scritto da Stefano Moroni - Pubblicato sul numero 4 del 2017 nel "Il Corace"