venerdì 2 marzo 2018

L'IMPORTANZA DI AVERE UN SOGNO

La maggior parte delle persone che hanno avuto successo nella vita lo hanno raggiunto grazie ad un loro sogno e ad una grande visione. Cristoforo Colombo aveva avuto la visione che la Terra era rotonda, ma tutti gli dicevano che la Terra era piatta ed era un pazzo nel fare la sua spedizione. Tutti gli davano contro, finché la Regina Elisabetta lo finanziò per la costruzione delle sue navi. Quindi si mise alla ricerca dell’equipaggio per iniziare il suo viaggio, e quest’uomo dopo che gran parte delle persone lo aveva criticato delle sue affermazioni e del suo credere dimostrò a tutti che la Terra era veramente rotonda e non piatta come tanti credevano.
Fin da quando siamo bambini, tutti abbiamo la capacità di sognare, poi quando si cresce non tutti continuano a sognare, a volte ci si dimentica anche come si fa. Questo accade magari perché qualcuno ci ha detto frasi come: ”Tu non realizzerai mai i tuoi sogni!” oppure “smettila di sognare tanto non si avvereranno mai!”. Ed ecco che magicamente smettiamo di sognare, e i sogni che abbiamo fatto fino a quel momento li chiudiamo in un cassetto, tanto qualcuno ci ha detto che non si avvereranno mai.

Conosco la storia di un uomo che quando era un giovane ragazzo aveva un grandissimo sogno. Il ragazzo era figlio di un domatore di cavalli, che girava molti paesi per svolgere il suo lavoro, ovviamente portava con se la sua famiglia, quindi la carriera scolastica del ragazzo veniva interrotta molte volte per via di questi spostamenti del padre. Un giorno al ragazzo venne chiesto di scrivere un tema, su quello che voleva essere e su cosa voleva fare da grande. Quel giorno scrisse un tema di 7 pagine descrivendo il suo obiettivo. Il suo sogno era quello di avere, un giorno, un ranch di cavalli. Scrisse del suo sogno in grande dettaglio, disegnò addirittura il ranch con la disposizione di tutti gli edifici, le stalle ed il maneggio. Poi disegnò una mappa dettagliata di una casa di oltre 300 mq che si sarebbe trovata nel ranch dei suoi sogni. Mise molta passione nel progetto. Consegnò il tema al professore, due giorni dopo gli venne restituito il tema, e sulla prima pagina c’era un grande 4 rosso, con una nota che diceva: ”Vediamoci dopo la lezione”. Il ragazzo andò ad incontrare il professore, e gli chiese il motivo di quel voto. L’insegnante gli rispose che il suo sogno era irrealistico per un ragazzo giovane come lui, continuò dicendogli che non aveva abbastanza soldi, che proveniva da una famiglia itinerante, per possedere un ranch di cavalli c’era bisogno di avere tanti soldi. Il professore terminò il suo discorso, proponendo al ragazzo di riscrivere il suo tema facendolo più realistico, e allora avrebbe riconsiderato il suo voto. Il ragazzo tornò a casa, ci pensò a lungo e intensamente, alla fine dopo averci riflettuto per una settimana, il ragazzo ripresentò lo stesso tema e disse al professore: “Lei si può tenere il 4, io terrò il mio sogno!”. Il ragazzo realizzò davvero il suo sogno, e appese il suo tema incorniciato sul camino della sua splendida casa. Dopo qualche anno, il professore portò un gruppo di ragazzi a fare campeggio nel suo ranch, e quando incontrò il ragazzo ormai diventato uomo gli disse: “Quando ero il tuo professore, ho rubato il sogno a molti ragazzi, fortunatamente tu hai avuto abbastanza coraggio per non mollare il tuo!”.

Quante persone ci hanno rubato o ci rubano i sogni ogni giorno? Quante persone lavorano per i sogni di qualcun altro invece di lavorare per realizzare i propri sogni! Walter Disney fu preso per pazzo quando decise di realizzare il primo lungometraggio nel 1934, nessuno voleva finanziarlo per la realizzazione del suo cartone animato perché molti pensavano che nessuno avrebbe mai visto un cartone animato così lungo. Oggi Biancaneve e i sette nani è il cartone d’animazione più conosciuto al mondo. I sogni si avverano, se si ha il coraggio di crederci (Walt Disney). L’importante è non smettere mai di sognare e di proteggere i nostri sogni da chi ce li vuole rubare!

Scritto da Claudia Antonetti - Pubblicato sul numero 2 del 2018 nel Il Corace

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