venerdì 2 marzo 2018

SI PUÒ FARE

Non ho mai scritto di politica e non comincerò oggi. Ho sviluppato una calma indifferenza verso lo spazio mediatico occupato in modo imbarazzante da personaggi che alzano i toni e sanno tutto quello che l’altro ha fatto o non ha fatto. Appartengo invece a quel gruppo nutrito di persone che si riconoscono spesso poco nei candidati offerti: non tanto perché siamo strutturalmente insoddisfatti ma perché, semmai, alla faticosa ricerca - tra tante parole - di programmi e soluzioni. Sono di quel partito, infine, che, quando alla sera dei risultati tutti piangono e tutti esultano, pensa con ingenua serietà: “ok, non saranno i miei preferiti ma, adesso lasciamoli fare, diamo loro appoggio. Nell’interesse più alto: quello di tutti”.
Sulla scia di quello che propongo alle persone e in una logica di attivazione di cittadino elettore, ho pensato però ad alcuni punti che riguardano la mia vita, il mio lavoro, la mia quotidianità. Li conosco bene e ho pensato di chiedere al mio futuro candidato (lo scrivo perché lo facciate anche voi, se vorrete) se si impegna a fare ciò che segue, perché parlo di situazioni che rappresentano frizioni tra il bene comune e la realtà che ci troviamo davanti. Cose semplici, come me e magari come voi.

1. Vorrei poter ricevere una bolletta nel quale mi viene evidenziato (grande come un pugno) il costo della materia prima, quello che è paragonabile alle offerte commerciali. Non voglio più cercarlo in caratteri minuscoli dopo tre pagine di informazioni secondarie. Come quando vado dal benzinaio, vorrei sapere ‘cosa pago’, ‘quanto pago’. Così scelgo. E’ molto facile, caro candidato, se non sapete da dove iniziare chiedetemi, ve lo dico. Gratis.

2. Vorrei che il mio candidato (e anche il vostro se ritenete) si occupasse di fare una legge che elimina una volta per sempre dai contratti finanziari il T.A.N. (il tasso nominale annuo). A noi non serve e a volte ci confonde. Si può fare.

3. Vorrei che quando un oggetto viene acquistato a rate la voce del ‘costo totale dovuto dal cliente’ - cioè il costo finale del bene comprato o finanziato - fosse indicata in modo più grande e chiaro di quanto lo è ora. Voglio sapere cioè: “alla fine della fiera, quanto è costato l’oggetto che pago a rate?”. E voglio saperlo per il mio oggetto, non con un esempio rappresentativo che mi richiede energie e competenze. Si può fare, in modo semplice, basta poco.

4. Vorrei che il prossimo candidato che eleggo avesse come obiettivo quello di far accendere 18 milioni di conti correnti di base, conti a costo zero che possono essere d’aiuto a molte famiglie, risparmiando loro somme annue da dedicare a qualcosa di più importante. E vorrei che questo conto di base crescesse nelle sue funzionalità (carte di credito, servizi accessori). Ci vuole davvero poco, si può fare.

5. Vorrei che il mio eletto si occupasse di promuovere in modo energico e concreto la messa in pratica della legge 3 del 2012, quella sul sovraindebitamento delle famiglie, una legge con un forte contenuto sociale che, però, sta incontrando ostacoli nell’applicazione e nell’interpretazione da parte di chi se ne occupa. E’ già più complesso, questo punto, ma ci dobbiamo lavorare, se vogliamo che qualcosa prima o poi cambi.

6. Vorrei che il tema del gioco d’azzardo non fosse trattato a spizzichi e bocconi ma che, come in altri momenti della nostra storia, fosse considerato un pericolo sociale tale da essere eliminato dalla portata di coloro che hanno meno di 18 anni. E che la stessa attenzione venisse posta a quei giochi (inseriti nei telefoni) che preparano i giocatori di domani. Ci sono interessi importanti, lo so, ma si deve fare.

7. Vorrei che venisse rivisto il calcolo del tasso soglia per la legge ad usura bancaria, che oggi è inutilmente troppo alto. Un prestito dovrebbe costare un quarto più della media nazionale e basta. Togliamo quei 4 punti che oggi si aggiungono al calcolo… Questo aspetto non lo capite, lo so. Ma forse non lo conosce neanche il nostro candidato, ditegli che lo analizziamo insieme.

8. Vorrei che esistesse una legge simile a quella del tasso soglia ad usura per il mondo dell’energia elettrica e del gas, perché è ingiusto che, per ogni unità di misura, ci siano persone che pagano l’energia 8 volte il prezzo di altri. In 24 ore facciamo anche questa legge.

9. Vorrei una norma di legge che pensa a coloro che hanno finanziamenti con rate impagate o rimborsate in ritardo: una legge per la quale dopo 2 anni ogni dato verrà cancellato non soltanto dalle società di informazioni creditizie ma anche negli archivi di tutti gli intermediari finanziari.

10. Vorrei, infine, che il candidato si impegnasse a costruire all’interno dei canali pubblici trasmissioni di educazione economico-finanziaria non commerciali e costruite in completa indipendenza e in assenza di conflitto di interessi.

Se pensate che vi riproponga il noto ragionamento secondo il quale la politica non risponde mai alle nostre esigenze o ci maltratta con il suo fastidioso chiacchiericcio chiamato ‘campagna elettorale’ vi sbagliate. Ce l’ho con noi cittadini, non con i politici. Sento il bisogno di fare un’analisi dei nodi della nostra realtà, quelli che  conosco bene perché inquinano la quotidianità. E voglio presentarli sul banco degli ‘eleggendi’. Non credo più al modello di ‘delega’, quello per cui “qualcuno deve pensare al posto nostro”. Credo, al contrario, che proponendo con onestà i temi da affrontare e chiedendo un impegno preciso si dia significato a quella riuscita espressione di un cantante che descriveva la libertà come partecipazione.

Scritto da Antonio Cajelli - Pubblicato sul numero 1 del 2018 nel Il Corace

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