venerdì 2 marzo 2018

UN LIBRO, UNA CANZONE, UN FILM E ALTRE STORIE

Caro lettore, ti sei mai chiesto cos’è il dolore? Oltre alla sensazione di sofferenza provocata da un male fisico, ti sei mai chiesto come mai il dolore che associamo a una sofferenza morale, a un patimento dell’animo, non si riesce a tener lontano? Semplicemente perché non è possibile.  Per quanti sforzi si facciano di far finta di niente, il dolore ci appartiene: dobbiamo abituarci a convivere con questa sensazione difficile da dominare. È fisiologicamente legata alla gioia, poiché non esiste gioia senza dolore, e di conseguenza il dolore avrà termine prima o poi. Imparare a comprendere che spesso il dolore è il nostro più fedele alleato; non si deve combattere. Così come per la sofferenza provocata da un male fisico svolge la funzione di “allarme difensivo”, in quanto sintomo di un potenziale pericolo per il nostro organismo, anche per la sofferenza morale è un avvertimento che ci consente di mettere in atto dei meccanismi di difesa: imparare a riconoscere ciò che ci fa soffrire e riuscire a neutralizzarlo. Il dolore, visto da questa prospettiva, perde il significato negativo che gli abbiamo sempre  attribuito. Diventa così la spinta che porta ogni essere umano a prendersi cura di se stesso; ogni santo giorno che passiamo sulla Terra. Molto spesso una canzone può essere la nostra arma di distruzione del dolore.
Nel 1997 Patty Pravo salì sul palco dell’Ariston di Sanremo con E dimmi che non vuoi morire, brano scritto da Vasco Rossi, Gaetano Curreri e Roberto Ferri. Vinse il Premio per la miglior musica e il Premio della critica “Mia Martini”, ma si piazzò solo ottavo nella classifica generale. Quell’anno vinsero i Jalisse, ma questa è un’altra storia. Nelle parole del ritornello c’è tutto quello di cui abbiamo bisogno. Rimanere in vita è l’unica cosa che conta. “La cambio io la vita che / non ce la fa a cambiare me / bevi qualcosa / cosa volevi / vuoi far l’amore con me? / La cambio io la vita che / che mi ha deluso più di te / portami al mare / fammi sognare / e dimmi che non vuoi morire”. E se un dolore è portato via con un soffio di vento, credimi, è come la polvere: senza consistenza, in grado solo di sporcarti le mani o di farti lacrimare per un po’; poi basterà lavarsi e tutto tornerà come prima. Buon ascolto! E dimmi che non vuoi morire – Patty Pravo, 1997
Scritto da Tommaso Guernacci - Pubblicato sul numero 2 del 2018 nel Il Corace

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