venerdì 2 marzo 2018

UNDICESIMO: NON ASTENERSI

In un ipotetico rigurgito fideistico, questo del titolo sarebbe il nuovo comandamento da osservare scrupolosamente. In tempo di elezioni, ormai imminenti, andare a votare sembra essere un diritto/dovere al quale ottemperare senza se e senza ma. Chi non vota lo paragonerei ad un disertore, un irresponsabile che preferisce manifestare il suo comprensibile dissenso (disgusto) nei confronti di una classe politica che da troppi decenni appare sempre più composta da incapaci, irresponsabili, mediocri individui presi soltanto a fare il proprio interesse, disinteressati totalmente al bene della collettività. Nonostante questo quadro desolante però, mi pare doveroso utilizzare la tessera elettorale e smetterla una volta per tutte con geremiadi e lamenti sterili e fini a se stessi. Di certo esiste un’astensione fisiologica. Dovuta a motivi di salute o di famiglia, ma scegliere di non votare mi sembra da individui privi di senso civico e coscienza democratica.
“Non voto perché tanto son tutti uguali, non cambierà mai nulla” senti dire in giro in un refrain sempre più in voga. Ed è proprio qui il trappolone! E mi spiego telegraficamente. L’elevata astensione, infatti, incrementa il peso specifico del voto dell’apparato di partito. Aumenta il peso specifico del voto controllato. Del voto obbligato. Di quello che un tempo si chiamava voto ideologico. Se vanno a votare solo i motivati/schierati a prescindere, ecco che il contumace ha sempre torto. Coloro che si sentono appagati dalle dichiarazioni del tipo “il dato dell’astensione ci deve far riflettere” sotto sotto esultano. Una pletora di astenuti fa trionfare non il numero dei voti... cosa buona ed oggettivamente giusta... ma il loro peso... il peso dei voti stessi... e quando i voti si pesano e non si contano ci si imbatte in un vulnus democratico, in una deriva assai grave nella quale uno non vale più uno. Quadro deprimente a mio avviso. Astenersi dal votare è da blasfemi, mi verrebbe provocatoriamente da dire. Lamentarsi, poi, che nulla cambia quando con la propria ignavia si è per larghissima parte responsabili del mantenimento dello status quo, è tipico delle persone che “si sottraggono alla lotta”. Certo mi rendo conto che invitare chi decide di non votare a farlo, può apparire qualunquistico, e son convinto che qualche moccolo potrei pure beccarmelo da qualche lettore disilluso e fumantino. Ma voglio correre il rischio.
La mia idea di partecipazione prevede la voglia quasi febbrile di andare al voto. Il rito del voto stesso mi emoziona e mi fa ringraziare coloro che, per farci chiudere in una cabina armati di una matita a mettere un segno su un simbolo, hanno pagato con la vita. Pensiamo a loro.
Nel mio camminare per Cori ne vedo di vecchietti che di sicuro hanno combattuto per la libertà ed a loro sono silenziosamente riconoscente. Non andiamo al mare il 4 marzo!! Vestiamoci bene. Profumiamoci ed andiamo a votare. Ideale sarebbe, per completare il senso di quel giorno, premiare con il voto i rappresentanti del territorio nostro (Cori e Giulianello, comuni limitrofi). Dare fiducia a persone che conosciamo e che a Cori vivono. Chi meglio di loro può portare a livello regionale (Renzo Dolci) ed a livello nazionale (Tommaso Conti) le esigenze della nostra maltrattata comunità?
Mi auguro che si mettano da parte le beghe di parte e si scelga la nostra gente, che possiamo incontrare in giro e magari sollecitare a prendersi cura di esigenze giammai personalistiche (abitudine vergognosa) bensì di istanze collettive che qui a Cori è giunto il tempo di affrontare e risolvere. Votiamo per il bene comune. Riappropriamoci del nostro diritto a scegliere chi possa rappresentarci al meglio. TUTTI. Allo stesso tempo invito i candidati coresi a meritarsi il consenso che li investirà portando all’attenzione regionale e nazionale bisogni ed esigenze che politici eletti qui non hanno curato. È tempo che un corese di elezione sia rappresentante ufficiale di un territorio troppo spesso trascurato da chi nel passato ha preso voti qui e poi è sparito. Premiamo il genius loci. Buon voto a tutti.
Scritto da Mario Trifari - Pubblicato sul numero 2 del 2018 nel Il Corace

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