giovedì 1 marzo 2018

NELL'ORDINARIO… LO STRAORDINARIO

Siamo appena usciti dal clima delle festività natalizie, che quest’anno sono giunte in date molto ravvicinate tra loro dandoci l’impressione di vivere in una eterna domenica: i giorni feriali non si distinguevano più dai giorni festivi, era stato momentaneamente sconvolto l’ordinario andamento della vita appunto. Ora però dopo l’Epifania, tutto è tornato alla normalità: le sveglie suonano presto dal lunedì mattina al sabato! Chi per andare a scuola, chi per andare a lavoro o per svolgere le comuni pratiche che la vita ci presenta.
Sembra allora tutto ritornato normale…eppure…in questa quotidianità non sempre tutto riesce bene: ci assorbe, spesso è causa di non pochi pensieri e sofferenze e rischiamo di vivere trascinandoci addosso le fatiche che magari incontriamo nei nostri rapporti lavorativi e non.
Occorre allora richiamare alla nostra attenzione il brano del Vangelo della II Domenica dopo la solennità dell’Epifania, con cui ci siamo definitivamente (almeno per quest’anno) congedati dalle festività natalizie:  «In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbi - che, tradotto, significa maestro - dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui: erano circa le quattro del pomeriggio». 
Immaginiamo questi due discepoli: si trovavano in un giorno qualunque, passato magari dopo una mattinata di intense attività poco soddisfacenti e gli accade di incontrarsi con Gesù che sta passando nella loro vita. Improvvisamente l’ordinaria giornata diviene straordinaria, nuova. Improvvisamente si mettono sui suoi passi e lo seguono andando perfino in casa di Gesù e l’evangelista Giovanni ci dice addirittura a che ora è avvenuto questo importante incontro: «erano circa le quattro del pomeriggio». L’esperienza che fanno questi due discepoli può essere anche la nostra: possiamo identificarci con loro perché Gesù passa quotidianamente anche nella nostra vita e si incontra e a volte, se siamo poco recettivi, si scontra anche con la nostra storia. Sta a noi vivere considerando questo incontro quotidiano con il Signore, sempre possibile da parte sua. Ma dove incontrare il Signore per far scoccare anche per noi quelle quattro del pomeriggio se non nella sua Parola? Nel suo Vangelo?
La ripresa delle attività e del normale andamento della vita diventi occasione per soffermarci di più a pregare con il Vangelo, perché solamente così sapremmo dare agli eventi che accadono dentro e fuori di noi, anche agli eventi di cronaca e del mondo che ci circonda, la giusta interpretazione perché filtrata dagli occhi della fede. Questo accade a Giovanni che riesce a scorgere in Gesù «l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo». Ecco, in questo modo anche noi, fissando lo sguardo non tanto alle nostre preoccupazioni quanto più al Signore, potremmo dare alle nostre ordinarie giornate il sapore dello… straordinario!
Scritto da Giovanni Grossi - Pubblicato sul numero 1 del 2018 nel Il Corace

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