giovedì 1 marzo 2018

SORGENTE ACQUA VIVA

Percorrendo la strada che da Cori conduce Norma, pochi chilometri prima del paese, sulla sinistra, c’è una via che in circa quattro chilometri conduce alla tranquilla località “Ospedaletto”. Un grazioso e nascosto angolo posto tra la Costa Lucini e la Costa delle Tombelle.

Il nome “Ospedaletto” deriva dal fatto che durante la seconda guerra mondiale vi era allestito un ospedale di fortuna per i numerosi sfollati. Questo luogo, molto panoramico e roccioso, dà accesso al sentiero che, in venti minuti circa, conduce all’amena e potabile sorgente Acqua Viva, incassata tra il Monte Palombara e la Costa delle Tombelle. Un percorso assai suggestivo visto che si attraversa per intero l’interno di una brulla vallata con la costante presenza della Pianura Pontina e quindi del mare, il tutto allietato dai campanelli degli ovini che spesso pascolano lì intorno. Poco prima di arrivare alla fonte il sentiero perde sempre più quota passando vicino a dei comodi massi posto sul proprio ciglio, che invitano inevitabilmente a fermarsi e sostare su di essi per ammirare il superbo panorama. All’improvviso lo scroscio rilassante dell’acqua si fa sentire (in alcuni periodi di pioggia abbondanti si ode addirittura già dall’Ospedaletto), piccoli fiumiciattoli compaiono lungo il fossato, ancora pochi passi e si arriva alla fonte. Un fontanile ben mimetizzato con la roccia circostante, in parte ricoperto da un verdissimo muschio sul quale si fanno strada a fatica le numerose goccioline d’acqua che cercano di raggiungere il terreno. Piccolissimi stagni in cui si rispecchia il cielo e dentro i quali trovano vita piante acquatiche, insetti ed anfibi. Un vero mondo a parte a poca distanza dalla civiltà, ma nascosto quanto basta per riuscire a ricaricare mente e corpo con la sua straordinaria quiete. Un piccolo angolo incantato, alla portata di tutti, con la sua freschissima acqua che disseta e con il suo straordinario fascino senza tempo che invece non disseta mai.

Scritto da Gianpaolo Manciocchi - Pubblicato sul numero 1 del 2018 nel Il Corace

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